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PUBLIC HISTORY. DALL'USO PUBBLICO DELLA STORIA AL SENSO PUBBLICO DELLA STORIA

Fuori dalle università i musei, gli archivi, le biblioteche pubbliche e private, le istituzioni culturali del territorio praticano tutti forme di Public History. Ricadono nel campo della disciplina anche le rievocazioni storiche locali e nazionali, le commemorazioni collettive, le cerimonie istituzionali, le esposizioni artistiche, i monumenti celebrativi, i parchi della memoria, le trasmissioni televisive, le fiction, i documentari ecc. Una sovrabbondanza di fonti che ha conquistato lo spazio virtuale dando avvio a una storia pubblica digitale. La ricerca parte dalla distinzione della storia pubblica italiana in due grandi filoni: il primo si concentra sull’”uso pubblico della storia” che tende a contrastare revisionismi strumentali, determinati da necessità ideologiche contingenti di un partito o di una coalizione politica (rivalutazione del fascismo e della repubblica di Salò, minimizzazione della Shoah, trasfigurazione della lotta resistenziale, ideologizzazione delle origini della Repubblica, decontestualizzazione degli avvenimenti storici); il secondo riguarda una maggiore comprensione pubblica e una maggiore presenza di Clio come fattore interpretativo del presente attraverso una diffusa conoscenza del passato nella società. In questo caso il Public Historian ha il ruolo del “mediatore” che gestisce un “rito di passaggio” tra la conoscenza storiografica alta e un pubblico eterogeneo che vuole conoscere il passato. Infatti, l’assenza di una simile figura professionale ha provocato la sottomissione della storia pubblica alle esigenze del mercato in cui hanno assunto un ruolo preminente la divulgazione editoriale a-scientifica e il turismo storico nostalgico (il riferimento è alla pubblicistica neoborbonica e leghista e alle visite ai monumenti mussoliniani, gestiti per altro da soggetti privati secondo un preciso marketing ideologico). Una Italian Public History dovrebbe partire dalla necessità di riequilibrare il rapporto tra storia e memoria. Le reminiscenze individuali e collettive sono da ritenersi parti integranti del ricordo del passato e vanno vagliate con metodo critico. Pertanto la ricerca si propone di studiare gli andamenti assunti, nell’ultimo ventennio, dalla storia pubblica italiana che ha indossato sempre più le vesti fragili della memorialistica e della testimonianza individuale e familiare, svincolata da ogni rapporto con la contestualizzazione storica. Le fonti utilizzate seguiranno la “geografia della memoria”: monumenti, musei (reali e virtuali), parchi, cerimonie e riti celebrativi, archivi digitali (fotografici, audiovisivi, multimediali, documentaristici, televisivi), archivi tradizionali ancora non indagati (come la sottosezione “Visite del Presidente” dell’Archivio storico del Quirinale), riviste online, toponomastica, portali e network della memoria al fine di ricostruire le molteplici trame della divulgazione pubblica della storia. La ricerca, condotta attraverso le cyber-infrastructure del web 2.0 (social network, geolocalizzazione, etichettatura digitale, supporti crossover, ecc.) si configurerà come una e-research in cui lo storico pubblico, con formazione scientifica, avrà il ruolo di “mediatore contestuale” (tra storia e memoria, tra passato e presente, tra cultura e territorio, tra reale e virtuale). I fondi saranno destinati in gran parte al confronto e al raccordo con le attività di ricerca e le metodologie sperimentate dagli esperti e dagli studiosi della divulgazione storica globalizzata attraverso la partecipazione a tre importanti congressi di rilevanza europea e mondiale: Reading historical sources in the digital age (5–6 dicembre 2013, Lussemburgo) organizzato dalla University of Luxembourg; Sustainable Public History (19–22 marzo, 2014, Monterey, California) meeting annual del National Council on Public History; Public History in a Digital World: The Revolution Reconsidered (23-25 ottobre 2014, Amsterdam), congresso biennale della IFPH.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.550,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaCAVALLO Pietro (Coordinatore Progetto)