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L'EKPHRASIS NELLA TRADIZIONE SLAVA MEDIEVALE
Il quadro molto incerto e frammentario delle conoscenze obbliga a indagare la questione dell'ecfrasi slava medievale attraverso un'articolazione di punti. Anzitutto, data l'accezione restrittiva spesso attribuita all'ecfrasi negli studi slavistici, è necessario ripartire dalle definizioni, classificazioni e tipologie che di questo procedimento ci ha lasciato la trattatistica di età classica e tardoantica. Una volta ristabiliti metodi di analisi e confini della ricerca, si procederà a comparare tecniche e modi di descrizione testimoniati nei testi slavi con i modelli della tradizione greco-latina. Solo alla luce di questo confronto sarà possibile trattare con maggior fondatezza la questione più delicata, ovvero il perché della "assenza" di ecfrasi nella Slavia orthodoxa. Per la soluzione del problema ci si orienterà in particolare sui presupposti filosofici (gnoseologici) dominanti la cultura slava medievale: si vedrà che si tratta di principi tutti all'insegna di una visione neo-platonica e spiritualizzata della realtà, la quale, per suo stesso statuto, resta diffidente verso qualsiasi "rappresentazione" del mondo sensibile. In questa visione della realtà, qualsiasi procedimento descrittivo (compresa l'ecfrasi) viene di fatto scartato in favore dell'esercizio ermeneutico, che consiste nella interpretazione inesauribile del mistero divino (per sua natura indescrivibile); qualsiasi trasposizione di immagini in parole viene svalutata in nome di una contemplazione estatica del creato (la "hesychia", appunto)). Nell'ultima parte della ricerca si metteranno a frutto alcune delle più moderne indagini sull'ecfrasi in ambito bizantino (cf. Webb, Maguire, ecc.), dalle quali emergono, nel mondo greco, interessanti esempi di "ecfrasi al contrario", che vanno cioè non dall'immagine al testo, bensì dal testo letterario all'immagine (plastica, pittorica). A questo proposito si cercherà di illustrare l'impatto che ebbe un testo come il Corpus Areopagiticum – tradotto in slavoecclesiastico a metà del XIV secolo – nell'arte figurativa russa posteriore, che in alcuni casi "illustra" alcuni particolari contenuti nel testo dello Pseudo-Dionigi.
Struttura | Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM | |
Responsabile | DIDDI Cristiano | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.450,00 euro | |
Periodo | 11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015 | |
Gruppo di Ricerca | DIDDI Cristiano (Coordinatore Progetto) |