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GLI EFFETTI CONTABILI SUGLI INDICATORI PATRIMONIALI DELLE BANCHE DEI NUOVI PRODOTTI FINANZIARI ALTERNATIVI (I CD. MINIBOND)

Da sempre l’emissione obbligazionaria è uno degli strumenti più utilizzati dalle grandi società per finanziarsi, e il discorso vale a maggior ragione in una fase di credit crunch come quella attuale. Il discorso si complica per le società più piccole, soprattutto se prive di rating, perché non entrano nei radar dei grandi investitori internazionali. Per superare questa criticità il già citato "decreto Crescita" 2012 ha introdotto i cosiddetti «minibond», che puntano a favorire le emissioni obbligazionarie da parte di Pmi non quotate, equiparandone il regime fiscale ai bond delle quotate.L’articolo 32 del decreto legge 83/2012 (convertito nella legge 134/2012) permette alle piccole e medie imprese di emettere nuovi strumenti finanziari, i minibond. Il progetto mira ad indagare il punto di vista della banca che si occuperà della gestione e dei servizi accessori relativi all’emissione di tali titoli, soprattutto nel caso in cui non si limiti all’erogazione di servizi per il collocamento ma emetta anche garanzie collaterali ovvero finanzi fondi per l’acquisto dei titoli. In quest’ultimo caso la presente ricerca cercherà di evidenziare la convenienza economica da parte delle banche di tale tipo di attività intrapresa e gli effetti sui rispettivi indicatori di vigilanza.In effetti, tali strumenti saranno calcolati nel cosiddetto Tier 2 capital (o patrimonio supplementare), composto da riserve di valutazioni e da un’ampia schiera di strumenti innovativi di capitale ed ibridi.Va anche ricordata l’esistenza di un Tier 3 capital (prestiti subordinati di terzo livello) che accoglie vari strumenti di capitale che non sono riconducibili Tier2 e e al Tier1 che accoglie invece il patrimonio di base. L’impatto di tali strumenti potrà essere elevato in quanto andrà ad incidere sul rapporto tra patrimonio e impieghi ponderati per rischio sottoposto a regole sempre più stringenti (anche in vista della futura vigilanza europea).L’indagine partirà dall'analisi del quadro teorico di riferimento nel quale si evidenziano le concezioni in tema di bilancio delle banche e calcolo degli indicatori del patrimonio di vigilanza.Durata prevista 4 mesi;Si procederà, quindi, a formulare le ipotesi iniziali, dedotte dalle posizioni dottrinali.La strumentazione di indagine adottata sarà la seguente:- raccolta preliminare di dati relativi all’universo da analizzare ricorrendo a fonti informative pubbliche (ISTAT, CCIAA, ABI, Banca d’Italia) oppure alla banca dati AIDA Bureau van Dijk- delimitazione dell’universo di riferimento assumendo come criteri quelli coerenti con le ipotesi assunte e con le possibilità di concreto svolgimento dell’indagine- utilizzo di opportune tecniche di raccolta dei dati;- l’oggetto di indagine è rappresentato dagli istituti di credito. Durata prevista di tale fase 8 mesi.;Si procederà alla formulazione di ipotesi di interpretazione sistematica relative all’indagine condotta.Durata prevista di tale fase 8 mesi.Infine, verranno elaborati ed enunciati i risultati finali della ricerca. Durata prevista: 4 mesi;I risultati della ricerca verranno confrontati con altra ricerca FARB che indaga la convenienza economica dei minibond visti come uno strumento alternativo ad altre forme di finanziamento da parte delle piccole e medie imprese.

StrutturaDipartimento di Scienze Aziendali - Management & Innovation Systems/DISA-MIS
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.483,69 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Proroga11 dicembre 2016
Gruppo di RicercaIULIANO Giuseppe (Coordinatore Progetto)
ANNESE Oreste (Ricercatore)
CAFARO Emanuela Mattia (Ricercatore)
CAPO CHRISTIAN (Ricercatore)
D'ALESSIO Raffaele (Ricercatore)
DELLA PORTA MARIO (Ricercatore)