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LE AUTOBIOGRAFIE DEI RIFORMATORI NAPOLETANI DEL SETTECENTO.

L'indagine mira a enucleare, attraverso l'analisi di alcune punte emergenti dell'intellettualità napoletana tra gli ani Cinquanta e gli anni Novanta del Settecento, i livelli di trasgressione del canone (del canone, naturalmente, di letteratura, di arte letteraria, che il 'genere' per dirla con Bachtin, introduce), pur nel rispetto di quegli elementi connotativi che sono poi tipici della scrittura dell'io. L'intento è quello di ricostruire la linea ideale di continuità che lega l'autobiografia di Genovesi ai più tardi ricordi autobiografici del calabrese Antonio Jerocades, prodotti sul limitare del secolo, a conferma della fedeltà al modello genovesiano, ma anche del ritardo con cui la cultura napoletana, ormai a Settecento inoltrato, si apriva alle sollecitazioni del nuovo. L'autobiografia intellettuale, diffusa sul modello del Porcìa, ha fatto registrare in area meridionale, presso i nostri riformatori, una buona tenuta, ma con un elemento di novità dato dal tema dell'utile, dell'informazione, dell'analisi, come scrittura del nuovo. E proprio il tema dell'utile sarà il tema centrale dell'autobiografia dei riformatori napoletani. Questo metro di lettura, fondato sul rilievo di un costante attraversamento della saggistica nel dettato autobiografico, risulta sicuramente proficuo; esso si configura, in assenza di regole generali, sicuramente riconducibili a una forma letteraria propria e immediatamente riconoscibile, come uno dei più accettabili metodi di indagine, considerato che, in assenza di uno statuto preciso, risulta estremamente arduo la descrizione 'storica' del genere e rischioso il rilevamento nell'ipotetico asse diacronico di connotazioni specifiche, valide in ogni caso e sempre.Del Genovesi sarà dunque necessario studiare gli scarti tra prima e seconda autobiografia nella quale ultima, ad esempio, Genovesi ribadisce, attraverso il caso autobiografico, il tema diffuso della polemica illuministica sulla necessità dell'"industria". Di Antonio Jerocades, che pubblica le sue pagine autobiografiche nel 1793, all'interno dell'Orazione per l'apertura della scuola di economia e commercio nello studio di Napoli, sarà necessario mettere in rilievo la contiguità di queste pagine più propriamente autobiografiche con il Saggio dell'umano sapere (1768), il suo libro giovanile di pedagogia rinnovata, nel quale ancora una volta il racconto di sé, della propria esperienza formativa, intriso di valenze edificanti, non prefigura un autore ripiegato sulla propria interiorità, ma presuppone un ceto di lettori a cui affidare il senso di un'esperienza e i termini di un'analisi.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.700,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaMONTANILE Filomena (Coordinatore Progetto)