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LO SPAZIO DEL LINGUAGGIO IN CHARLES DE BROSSES TRA STORIA E MATERIALISMO
Pur non presentando, nei suoi elementi costitutivi, scoperte particolarmente innovative rispetto alle conoscenze linguistiche della sua epoca, l’opera di de Brosses, ritenuta una sorta di compendio delle conoscenze note al pubblico degli specialisti, si rivela originale nell’ambito della conoscenza fonologica. Infatti il tentativo riuscito di trattare tutto quanto fosse collegato alla formazione delle lingue e all’etimologia, costituite da ambiti disparati, offre per la prima volta una delimitazione del campo di indagine linguistico. Ad esso si associa l’esperienza programmatica di un dizionario etimologico che l’autore non realizza ma teorizza in un Plan che, attraverso un’analisi dettagliata, sprona a realizzare con indizi specifici circa i tempi, le metodiche e le singole collocazioni.Con il Traité de Brosses mira alla soluzione di un problema teorico irrisolto sull'istituzione della linguistica come scienza: spiegare l'origine e l'essenza del linguaggio escludendo l'intervento divino. L’opera risolve tale problema individuando una lingua primitiva di origine naturale. Attraverso segni primitivi e spontanei, indipendenti dalla riflessione umana, il Traité si colloca nell’ambito del mimetismo fonetico. La ricerca si propone di indagare l’opera mediatrice del passaggio dalla “naturalità” alla cultura dell’atto linguistico, ribadendo l’assenza di qualsivoglia spiegazione divina o arbitraria dei segni. Alla luce del significato che il Settecento attribuisce al termine arbitraire, si cercherà di dimostrare la natura irrazionale del rapporto segno-suono, indagando sulla scoperta debrossiana consistente nell’aver individuato, oltre all’unica lingua di origine, anche la parentela tra le diverse lingue. Tale presunta parentela offrirà lo spunto per ravvisare nelle sue parole la scoperta del sanscrito che, lungi dal rappresentare una spiegazione sulle origini del linguaggio basata su leggi certe, si sarebbe rivelata la vera novità del XIX secolo.La ricerca si soffermerà sulla novità del Traité consistente nella definizione del campo di indagine alla base delle ricerche di linguistica generale che, grazie al suo contributo, assume dignità di scienza, mediante un inquadramento naturalistico, nel pieno rispetto della cultura illuminista. Infine si valuterà il valore del segno che, avendo origini naturali e non scaturendo da interventi divini, indurrà gli studiosi romantici a riconoscere il concetto di “imperfetta regolarità” comune a tutti i fenomeni naturali. Difatti il Traité fornisce una spiegazione materialistica dell'origine del linguaggio, frutto del sentimento deista di matrice illuminista francese, deciso a smontare ogni fondamento biblico dalla descrizione di qualsivoglia atto linguistico. Infine i principi fisici applicati all’etimologia offriranno l’opportunità di far riferimento alla fonetica articolatoria tradizionale rivisitata da de Brosses che riesce a fare del suo Traité una proposta aggiornata di una "storia naturale del linguaggio", che attribuisce una funzione significativa alla linguistica nel panorama delle scienze moderne proponendosi come storia delle origini del linguaggio e al contempo della stessa linguistica.
Struttura | Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM | |
Responsabile | PELLEGRINO Rosario | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.700,00 euro | |
Periodo | 11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015 | |
Proroga | 10 dicembre 2016 | |
Gruppo di Ricerca | PELLEGRINO Rosario (Coordinatore Progetto) |