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LA CRISI DELLA NORMATIVITA' DEMOCRATICA, TRA NEOELITISMO TECNOCRATICO E POPULISMO

La ricerca si svilupperà sulla base di due convinzioni: il contenuto etico-normativo della democrazia è parte integrante e ineliminabile della sua legittimità. Questo nucleo legato alla nozione di emancipazione da un lato è connesso al tema della soggettività e alle sue declinazioni contemporanee, dall'altro implica forme di istituzionalizzazione che oggi appaiono corrose dalla globalizzazione neoliberale. Le critiche elitiste alla democrazia tendono a rimuovere un dato imprescindibile: il principio democratico (sovranità popolare come autorità dal basso) sostituisce un altro principio di legittimità (basato sull’autorità intrinsecamente fondata), non più spendibile. Quindi non è il frutto delle ossessioni di visionari e utopisti, ma un costrutto allo stesso tempo polemico e stabilizzatore, efficace nel creare uno spazio vuoto e nell’occuparlo. Il punto cioè è che di un principio di legittimità (=credenza) c’è bisogno, anche solo funzionalmente. Questo è un problema non solo normativo, ma anche realistico. Inoltre, la tesi secondo la quale gli elementi normativi insiti nella promessa democratica siano pura retorica appare forzata. Oggi siamo in presenza di una netta divisione tra letture neutralizzanti della democrazia, e la sua piena interpretazione politica. In realtà, abbiamo di fronte due linee della neutralizzazione: una più comprensibile e meno insidiosa perché compatibile con la "promessa democratica" (la sovranità popolare non deve essere un assoluto, occorre che trovi un limite nei diritti fondamentali: Habermas, Ferrajoli). L’altra punta sulla preponderanza di elementi non democratici, riallacciandosi addirittura al premoderno: authorities, tecnici, poteri indiretti, poteri sovranazionali, ideologia della governance, giurisdizionalizzazione (ma per quanto riguarda il potere dei giudici il discorso è più complicato, perché la loro azione, quando è invocata a garanzia dei diritti, ha a che fare con il contenuto normativo della promessa democratica stessa, come ha mostrato Rodotà). Per affrancarsi da questa neutralizzazione, soprattutto dalla seconda, occorre ritematizzare la politicità della democrazia, e questo porta inevitabilmente dal lato del “popolo” e del suo rapporto attuale con i poteri (non solo istituzionali, ma anche economici e mediatici). C’è indubbiamente un’ambivalenza del concetto di popolo, che gli deriva dal suo essere quasi un analogo di quello di “politico”, di cui traduce nel discorso democratico la stessa sfida: potente risorsa di legittimazione (questa potenza gli viene dalla sua radice nel discorso teologico-politico moderno della sovranità, che può portare a una sacralizzazione del popolo e della sua unità fittizia). Ma nella semantica del popolo c'è anche una dimensione "negativa": l'altro rispetto al potere costituito (gli esclusi e i non integrati); ovvero una sfida per l'ordine, ma anche ciò che può evitarne la sclerosi, mantenendo viva la discussione e il conflitto sui "fini". Quindi, da un lato abbiamo il popolo-ordine (popolo governato); dall’altro, il popolo come eccedenza di energia politica e resto non istituzionalizzato con cui fare i conti. Da questa ambivalenza, se non pensata politicamente, possono derivare due rischi opposti ma dagli esiti simili: una dimensione plebiscitaria che riapre all’autoritarismo e all’eteronomia, un antagonismo distruttivo e senza progetto, che sfocia nella passivizzazione. Tuttavia, l'energia insita nella nozione di popolo può essere anche una risorsa di trasformazione civile, se si manifesta nelle forme della soggettivazione democratica: è possibile, e come, rigenerarne le condizioni di possibilità? Come sottrarre il demos alle insidie seduttive della spoliticizzazione? Il progetto si realizzerà attraverso ricerche individuali, l'organizzazione di seminari presso il Laboratorio Kelsen dell'Università di Salerno, la partecipazione a seminari e convegni presso altre istituzioni di ricerca.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.102,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaPRETEROSSI Geminello (Coordinatore Progetto)
CAVALIERE Anna (Ricercatore)
GIORDANO Valeria (Ricercatore)
LUCE Sandro (Ricercatore)
MANCUSO Francesco (Ricercatore)
MESSINA SERGIO (Ricercatore)
MICCIARELLI Giuseppe (Ricercatore)
RUSSO EMMA (Ricercatore)
SICA DIANA (Ricercatore)
TUCCI Antonio (Ricercatore)
VALITUTTI DANTE (Ricercatore)