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CARATTERIZZAZIONE E BONIFICA DI SEDIMENTI DI AREE PORTUALI
A livello nazionale le disposizioni riguardanti i dragaggi in ambito portuale, la salvaguardia dell’ambiente marino nonché le disposizioni in ambito di sedimenti dragati hanno subito un’evoluzione normativa che ha visto susseguirsi una serie di leggi e decreti.Ciò nonostante ad oggi non sono stati ancora stabiliti degli standard di qualità specifici per i sedimenti ed in mancanza di specifiche indicazioni normative, vengono utilizzati nella prassi tecnica e giuridica i riferimenti dell’ISPRA, che, nel 2007, ha redatto delle linee guida riportate nel “Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini”. Il Manuale affronta nello specifico le problematiche relative alla movimentazione dei sedimenti in ambito marino-costiero con particolare riferimento ai dragaggi portuali, al ripascimento di aree costiere soggette ad erosione, all’immersione in mare di materiale di escavo, sviluppando gli elementi tecnici connessi alla materia specifica.La bonifica dei sedimenti contaminati viene generalmente perseguita con le tecnologie di trattamento sviluppate per la bonifica dei suoli, senza considerare le sostanziali differenti specificità del mezzo da trattare. Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) rappresentano uno dei contaminanti con maggiore presenza e pericolosità nei sedimenti delle aree portuali.L’approccio tecnologico per la rimozione degli IPA comprende l’applicazione di processi biologici, termici e trattamenti chimico-fisici o di una loro integrazione.Tra i trattamenti di ossidazione chimica, i processi ad ossidazione avanzata (AOPs) destano particolare interesse tra la comunità scientifica. Tra i diversi AOPs ve ne sono alcuni che vengono applicati alla matrice solida, in quanto sono in grado di favorire il desorbimento di contaminanti, rendendoli disponibili all’ossidazione in fase acquosa. I processi ad ultrasuoni, fra altri, sembrano avere la potenzialità di poter essere efficacemente utilizzati allo scopo descritto, sebbene risultino ancora poco sperimentati nella letteratura scientifica e quasi mai applicati ai sedimenti marini. L’attività sperimentale prevista ipotizza di sottoporre a trattamenti ad ultrasuoni campioni di sedimenti contaminati da benzo(a)pirene. La scelta di tale contaminante è giustificata dalla larga presenza nei sedimenti marini, dalla sua pericolosità, in quanto classificato come cancerogeno per l’uomo dall’International Agency for Research on Cancer (IARC), e dal fatto di essere un composto normato il che permette di avere una concentrazione di riferimento quale obiettivo di bonifica. Per individuare i parametri operativi ottimali di trattamento sono previste prove che comportino la variazione della concentrazione iniziale di contaminante, la frequenza di sonicazione ed i tempi di trattamento. L’attività è stata articolata in tre fasi operative: (i) Fase 1 “Identificazione dei materiali e metodi e del set-up sperimentale”; (ii) Fase 2 “Applicazione del processo combinato a scala di laboratorio”, espletata sia in riferimento ad un contaminante target , benzo(a)pirene, sia ad una miscela di 3 IPA (fenantrene, antracene e benzo(a)pirene); (iii) Fase 3 “Applicazione del processo combinato a scala pilota”.
Struttura | Dipartimento di Ingegneria Civile/DICIV | |
Responsabile | BELGIORNO Vincenzo | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 4.335,79 euro | |
Periodo | 7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016 | |
Gruppo di Ricerca | BELGIORNO Vincenzo (Coordinatore Progetto) NADDEO Vincenzo (Ricercatore) |