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IL NOTAIO: RUOLO E RESPONSABILITÀ

La legge notarile n. 89/1913 resta, ad oggi, invariata nel suo impianto sostanziale anche se, come ha appuntato parte della dottrina, ha subito tante e tali modifiche che “non solo è difficile una ricostruzione esatta di quanto è ancora vigente e di quanto è stato modificato o innovato, ma non è facile dire se l’originario spirito della legge sia stato ancora conservato ”. Per certo, è da ascrivere ad essa il pregio di avere definito le caratteristiche essenziali che connotano l’ordinamento notarile e che trascorrono, per citare le più significative, dal riconoscimento del notariato come istituzione all’enunciazione espressa della funzione notarile, dalla definizione dell’attività di ricezione, certificazione e conservazione degli atti, al controllo di legalità degli stessi. Sebbene prima facie il suo art. 1 non si discosti molto dall’incipit delle precedenti normazioni in materia e sebbene le (sia pur minime) varianti tra i diversi testi di legge succedutisi nel tempo sembrano rispondere a ragioni stilistiche delle diverse epoche più che non a modifiche di fondo sul piano sostanziale, il suo dettato, semplice e lineare (ma non scevro da implicazioni dogmatiche), si apprezza ugualmente per la definzione che offre dei notari quali “pubblici ufficiali istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie, i certificati o gli estratti”. Da una prima lettura dell’articolo 1, così, si trae, netta, la sensazione che la figura del notaio sia rimasta immutata, dal punto di vista giuridico, rispetto a quella consolidatasi nei secoli, che lo configura essenzialmente quale pubblico ufficiale, da intendersi (ex art. 357 c.p.) come la persona che esercita permanentemente una pubblica funzione, nel nostro caso, quella di attribuire pubblica fede ai rapporti negoziali fra privati, in nome e per conto dello Stato.E’ solo sul finire degli anni cinquanta che – in vero – la considerazione dei profili privatistici della funzione notarile si impone in modo più deciso all’attenzione degli Autori, determinando un vero e proprio cambiamento di tendenza. Le resistenze della dottrina più rigorosa e conservatrice, ferma nel qualificare come funzione pubblica tout court quella notarile, furono, infatti, progressivamente vinte dalla considerazione di situazioni quali l’assenza di clientela fissa, l’esercizio della professione in regime di libera concorrenza, la mancanza di un corrispettivo in maniera esclusiva e diretta dal cliente, nonché il carico personale delle spese di ufficio, che suggerirono una rilettura del ruolo del notaio non più, o non solo, quale pubblico ufficiale, ma, altresì e soprattutto, quale “libero professionista” . Una prima conferma della conclusione si traeva, del resto, dalla stessa legge n. 89/1913 e dall’ultimo comma dell’art. 28 l.not., in particolare, laddove poneva una rilevante eccezione alla predetta regola della obbligatorietà del ministero notarile, consentendo al notaio di ricusare la propria opera qualora “le parti non depositino presso di lui l’importo delle tasse, degli onorari e delle spese dell’atto”. Il lavoro di ricerca, pertanyo,muovendo da simili premesse, ha cercato di indagare la struttura dell'atto notarile, evidenziando in relazione a ciascuno dei suoi aspetti compiti, ruolo, responsabilità del notaio.

StrutturaDipartimento di Scienze Aziendali - Management & Innovation Systems/DISA-MIS
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo766,60 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Gruppo di RicercaSALITO Gelsomina (Coordinatore Progetto)
MATERA PIERLUIGI (Ricercatore)
ORREI Chiara Maria Annunziata (Ricercatore)
STANZIONE Pasquale (Ricercatore)