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DALLA TRADUZIONE ALLA MEDIAZIONE LINGUISTICA. COME CAMBIA LA COMUNICAZIONE DELLE PMI CHE OPERANO IN MERCATI GLOBALI
Il progetto di ricerca, nella sua seconda fase, si propone di verificare e valutare l’influenza che le attività traduttive possono esercitare, in termini di miglioramento della competitività aziendale e di rinnovata capacità delle PMI ad accedere a mercati nuovi ed emergenti, anche per fronteggiare gli effetti negativi dovuti al perdurare dell’attuale crisi economico-finanziaria.Si approfondiranno studi di casi in cui la traduzione e la mediazione linguistica forniscono, in ambito aziendale, soluzioni univoche e performanti, che non attengono esclusivamente alla linguistica e alla comunicazione, ma riguardano anche ambiti tradizionalmente poco considerati quali il diritto d’autore, la contrattualistica, la giurisprudenza aziendale, le nuove tecnologie e il mondo del Web 2.0 (social network aziendali, blog, magazine etc.).Particolare attenzione sarà rivolta all’analisi del ruolo del mediatore linguistico nell’ambito delle attività di business negotiation, le quali proprio perché oggetto di attenzione da parte di soggetti culturalmente, linguisticamente ed etnicamente diversi, necessitano di un approccio complesso e multidisciplinare, che contempli discipline come la linguistica, la sociolinguistica, l’antropologia culturale, la teoria della comunicazione e la semiotica. Applicata ad attività critiche come la comunicazione istituzionale e la comunicazione di marketing, la mediazione linguistica permette di ridurre i rischi derivanti da una traduzione strettamente letterale, spesso incapace di valorizzare le sfumature sociali, psicologiche ed emozionali, fondamentali affinché un’azienda riesca a comprendere e risolvere i bisogni dei propri interlocutori. Con il processo di globalizzazione sono aumentate le relazioni e gli scambi a livello mondiale in diversi ambiti. Le imprese hanno filiali in altri Paesi, investono all’estero, assumono personale straniero, importano, esportano e producono al di fuori dei confini nazionali. E anche se spesso l’inglese viene utilizzato come lingua franca, una buona comunicazione interculturale in ambito economico richiede un numero sempre maggiore di servizi di traduzione, specifici per determinate imprese. A tal fine costituiranno oggetto di analisi le best practice da perseguire in ambito operativo e didattico. Si tratta di strategie, che accanto a programmi ordinari, incentrati sulla traduzione, prevedono moduli dedicati alla mediazione linguistica per le aziende in ottica learner-centred, per avvicinare il mediatore quanto più possibile alle problematiche di ordine strettamente aziendale. Obiettivo ultimo della ricerca sarà ridefinire e promuovere modelli, pratiche e tecnologie traduttive che consentano alle PMI nazionali di competere in ambienti globali, ovvero multiculturali e plurilingue, nonché contribuire a delineare le conoscenze e le competenze che i moderni traduttori e interpreti devono possedere per poter fronteggiare le sfide linguistiche, economiche e culturali che la società moderna impone. Ciò in quanto sia il traduttore, che il mediatore linguistico svolgono ruoli critici, fungendo da punto d’incontro tra culture, lingue ed economie spesso molto lontane, e che, se ben inseriti nelle comuni pratiche aziendali, possono rappresentare un reale fattore critico di successo per tutte quelle realtà di piccole e medie dimensioni che intendono aprirsi ai mercati internazionali.
Struttura | Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM | |
Responsabile | MAIELLO Gisella | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 2.000,00 euro | |
Periodo | 7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016 | |
Proroga | 6 novembre 2017 | |
Gruppo di Ricerca | MAIELLO Gisella (Coordinatore Progetto) |