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LA RIFORMA IN MATERIA CAUTELARE PER IL RAFFORZAMENTO DELLA FUNZIONE GIURISDIZIONALE DE LIBERTATE

Le riflessioni critiche sull'abuso del ricorso alla custodia cautelare risalgono nel tempo, ma le osservazioni poste a fondamento delle critiche conservano la loro perenne attualità: in particolare, si incentrano sulla carenza di motivazione a sostegno del provvedimento, sulla finalizzazione della misura cautelare ad obiettivi illegittimi, come la costrizione dell'imputato alla confessione, e infine sull'adozione del provvedimento cautelare quale rimedio alla lentezza del procedimento. In altre parole, si materializza il fondato pericolo del verificarsi dell'esatto contrario di quanto teorizzato dalla tradizione penale liberale – da Hobbes a Filangieri e a Carrara – per la quale l'ammissione della custodia preventiva era condizionata alla basilare differenziazione dalla pena per il suo carattere meno vessatorio e meno restrittivo dei diritti del detenuto. Per giustificare questa "necessaria ingiustizia", così come la riteneva Carrara, occorre riflettere sulle esigenze che, nel rispetto della legalità cautelare, consentono il ricorso alla misura coercitiva secondo il più rigoroso principio del minor sacrificio.A questo proposito, l'indagine non può che muovere da alcuni elementi inconfutabili. La prima riflessione è imposta dai dati statistici in ordine all'attuazione del favor libertatis, del rispetto del principio del minor sacrificio, del ricorso alla misura cautelare come extrema ratio. In altre parole, è palese il sospetto dell'abuso dello strumento cautelare, forzando l'utilizzo dei parametri normativi posti a fondamento della legalità in materia cautelare in vista del perseguimento di finalità diverse da quelle tassativamente previste. In questa materia, più che mai, si avvertono i pericoli conseguenti alla mancata osservanza delle regole nonché il peso di valutazioni ampiamente discrezionali. Insomma, il panorama normativo, come spesso accade, evidenzia un sistema potenzialmente ideale che, apparentemente, è in grado di imbrigliare la fuga verso la discrezionalità, ma purtroppo inciampa in prassi distorsive e in qualche eredità inquisitoria. I pericoli sono rappresentati dall'appiattimento sulle ragioni esposte dall'ufficio del pubblico ministero, con il conseguente svilimento della funzione giurisdizionale da parte di chi è chiamato ad adottare il provvedimento cautelare e di chi è chiamato a controllarlo; dalle modalità utilizzate per dimostrare l'esistenza dei parametri normativi posti a fondamento della legalità cautelare e dall'espansione del livello di discrezionalità proporzionale all'allontanamento da un modello legale di motivazione e da una distorta interpretazione del modello legale di controllo.L'originalità della ricerca va individuata nello studio dei significativi ritocchi che il Parlamento sta introducendo in tale contesto, al fine di rafforzare l'esercizio della funzione giurisdizionale - sia in prima istanza che in sede di controllo - di garantire i necessari spazi di intervento alla difesa e di assicurare il ricorso alla misura cautelare, a tutela della vittima come della collettività, secondo rigorosi principi di adeguatezza, proporzionalità e minor sacrificio.L'indagine sarà svolta in due fasi, la prima delle quali destinata all'approfondimento dei lavori parlamentari (ancora in corso) e la successiva alla verifica delle soluzioni adottate nella prassi. A tal fine, oltre all'organizzazione di specifici seminari di studio con gli esperti del settore, la ricerca si avvarrà anche dell'apporto dei magistrati del tribunale della libertà di Salerno, che daranno vita ad un apposito "osservatorio" sui provvedimenti de libertate adottati nel distretto di Salerno.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.138,60 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Proroga6 novembre 2017
Gruppo di RicercaKALB Luigi (Coordinatore Progetto)
CIMADOMO Donatello (Ricercatore)
DARAIO Girolamo (Ricercatore)
IOVINO Felice Pier Carlo (Ricercatore)