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COGNIZIONE INCORPORATA E GESTUALITÀ NELLA MUSICA DI PRIMO NOVECENTO
Il recente dibattito scientifico sorto attorno al ruolo del corpo nei processi conoscitivi musicali ha attinto a piene mani dagli studi sulla ‘cognizione incorporata’ (embodied cognition) che si sono sviluppati in altre aree disciplinari. Le scienze cognitive hanno mostrato come il pensiero dell’individuo non viva in una dimensione ‘separata’ e ‘astratta’ che è rappresentata attraverso sistemi simbolici quali la scrittura e il linguaggio, ma sia invece strettamente legata al – e tutt’uno col – corpo, l’ambiente in cui il corpo è immerso, nonché i media fisici con cui esso si relaziona. In questo senso il corpo non è inteso come un intermediario tra la dimensione della mente e la dimensione fisica o reale, ma come una parte integrante ed essenziale di un processo o di un sistema cognitivo. Esistono differenti direzioni e diversi ambiti in cui la musicologia ha sviluppato le idee e i concetti dell'embodied cognition. L'originalità del mio approccio consiste nel tentare di coniugare l'approccio sistematico di queste ricerche con un approccio prettamente musicologico-storico. Cercherò cioè di osservare alcuni aspetti della musica di primo Novecento dal duplice punto di vista delle teorie scientifiche cognitive e della storia delle tecniche compositive. A mio avviso, infatti, l'approccio cognitivo 'incorporato' è in grado di spiegare molti aspetti della produzione musicale in quei frangenti storici, come il primo Novecento, in cui viene meno o si affievolisce il ruolo normativo, sul piano dei processi cognitivi, dei sistemi teorico-musicali codificati per tradizione. È in questi casi che una teoria della cognizione musicale che tenga pienamente conto del ruolo cognitivo svolto dall'interazione corpo-strumento e/o dalla gestualità musicale può offrire da chiave ermeneutica per la lettura di aspetti tecnico-compositivi che risultano di difficile interpretazione nell'ottica delle teorie musicali tradizionali. Molto importante, in questo senso, mi sembra una riflessione sul ruolo cognitivo svolto degli strumenti a tastiera nella composizione musicale tra fine Otto e inizio Novecento. L'altro aspetto innovativo della mia proposta consiste nel tentativo di coniugare un approccio orientato agli studi cognitivo-musicali 'incorporati' con lo studio della ‘gestualità musicale’, un campo interdisciplinare molto ampio che annovera tra le sue molteplici componenti aspetti delle scienze cognitive e delle neuroscienze che sono anche di interesse della embodied music cognition. In termini molto generali, infatti, si potrebbe dire che lo studio della gestualità musicale riguardi tutto ciò che può essere definito un ‘gesto’ – inteso come movimento dotato di significato – di un corpo che produce o che percepisce musica, ma anche di una configurazione sonora, o di un’immagine mentale di questa configurazione. Come si vede in questa definizione, il corpo che agisce musicalmente è una delle possibili dimensioni della gestualità musicale, anche se in un simile approccio il movimento è osservato soprattutto dal punto di vista della sua produzione di significato, non dei processi cognitivi in sé. In definitiva, il mio approccio si avvale di conoscenze maturate in ambiti disciplinari distinti: le scienze cognitive, lo studio della cognizione musicale, lo studio della gestualità musicale, la storia delle teorie musicali, la storia delle tecniche compositive, l'organologia.
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | LOCANTO Massimiliano | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.520,00 euro | |
Periodo | 7 Novembre 2014 - 31 Dicembre 2016 | |
Gruppo di Ricerca | LOCANTO Massimiliano (Coordinatore Progetto) |