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ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI E BENESSERE PERSONALE
Tra i vari processi implicati nella regolazione delle emozioni, non vi è dubbio che l’inibizione rappresenti quello maggiormente studiato. Nella letteratura psicologica esso è diventato sempre più articolato e complesso grazie al contributo di numerose e diverse linee di ricerca centrate sugli aspetti neurofisiologici (Gross e Levenson, 1993; 1997), sullo studio della personalità (Leventhal e Patrick-Miller, 2000), sulle strategie di regolazione delle emozioni (Gross, 1998).Il termine inibizione si riferisce sia alle emozioni negative sia a quelle positive (Parrot, 1993), sebbene i rischi della non espressione delle emozioni associati alla salute sono stati analizzati, in maggior misura, in rapporto alle emozioni negative e traumatiche. Gli studi sul ruolo dell’inibizione sono ormai diventati numerosi, e numerose sono anche le evidenze prodotte al riguardo della importanza che essa può rivestire per la salute e il benessere dell’individuo. Resta comunque molto difficile darne una valutazione complessiva, vista anche la notevole disparità che caratterizza le diverse ricerche, sia nel modo con cui è definito il costrutto stesso dell’inibizione, sia nel modo con cui sono state misurate le variabili dipendenti.Pertanto, è opportuno ricorrere ad un approccio meta-analitico per sintetizzare i dati a disposizione sulle differenze individuali nell’inibizione espressiva. Inoltre, il progetto in questione intende esaminare non solo il ruolo delle variabili individuali, ma anche di quelle sociali e culturali per verificare l’ipotesi che queste variabili possano essere dei possibili moderatori della relazione tra inibizione delle emozioni e stato di salute. In sostanza, si cercherà di determinare se gli effetti dell’inibizione delle emozioni sulla salute dell’individuo variano sulla base di alcuni fattori come il genere, l’età degli individui,l’appartenenza culturale, il tipo e la valenza dell’emozione vissuta oltre che le differenze individuali negli stili di coping e nei tratti di personalità.Uno stile di coping repressivo può, ad esempio favorire l’insorgenza di malattie come il cancro, oltre ad essere associato all’incremento di ormoni come il cortisolo nell’organismo (O’Leary, 1990) e alla compromissione delle funzioni immunitarie (Levy et al., 1985). Uno stile di coping repressivo può essere associato sia all’inibizione espressiva sia alla personalità di tipo C ( Type C cancer-prone personality ), caratterizzata da una tendenza negare, a rimuovere e a minimizzare i propri conflitti, le esperienze spiacevoli, gli avvenimenti dolorosi, e all'incapacità di esprimere apertamente i propri sentimenti. Numerosi sono gli studi che sottolineano come questo tipo di personalità e atteggiamento possa essere un indicatore predettivo dello sviluppo delle malattie oncologiche. A partire dall'analisi della letteratura sul tema della relazione tra regolazione emozionale e malattie oncologiche si tenterà di fornirne un modello esplicativo che renda conto degli effetti a breve e a lungo termine della soppressione espressiva.
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | GORRESE Anna | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.520,00 euro | |
Periodo | 7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016 | |
Proroga | 7 novembre 2017 | |
Gruppo di Ricerca | GORRESE Anna (Coordinatore Progetto) |