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CAPITALE COGNITIVO ED INNOVAZIONE NELLE IMPRESE ITALIANE IN UN CONFRONTO EUROPEO

Se rapportata alla media dei paesi europei, l'Italia ha notoriamente una bassa percentuale rispetto al PIL di spesa, pubblica e privata, in ricerca, istruzione e formazione, nonché una basa percentuale di laureati (Bugamelli et alii, 2012). Le recenti difficoltà di bilancio pubblico hanno contribuito a mantenere bassa la spesa pubblica in istruzione e la fase di recessione economica è certo tra le cause della recente riduzione del tasso di passaggio al’università. Il timore è che questo basso livello di spesa in "capitale cognitivo" possa peggiorare la già difficile situazione della competitività delle imprese italiane. Già qualche anno fa alcuni studi sottolineavano come il ritardo tecnologico delle imprese italiane non derivasse tanto dal tipo di specializzazione produttiva, quanto dalla carenza di lavoratori qualificati capaci di utilizzare le nuove tecnologie, di adattarsi e di promuovere nuovi modelli organizzativi (Bugamelli e Pagano, 2004; Fabiani, Schivardi e Trento, 2005). Dunque un basso livello di capitale cognitivo generava scarsa innovazione; il recente trend negativo sul piano delle spese in ricerca ed istruzione non farebbe che peggiorare questa situazione.Lo studio progettato, utilizzando i dati derivanti dalla survey EFIGE, condotta in un ampio campione di imprese in sette paesi europei, unita con dati di bilancio derivanti dalla banca dati AMADEUS, consentirà di verificare se il basso grado di investimento complessivo in ricerca e istruzione si traduca poi in un basso livello di capitale cognitivo nelle imprese (per capitale cognitivo si intendono dunque: gli investimenti dell’impresa in Ricerca & Sviluppo, l’istruzione scolastica e la formazione in impresa dei dipendenti) e se il grado di innovatività delle imprese italiane (capacità di introdurre innovazioni di prodotto, di processo e organizzative) sia effettivamente più basso che in altri paesi. Inoltre, utilizzando gli opportuni strumenti econometrici, sarà possibile confrontare l’efficacia del capitale cognitivo nella creazione di innovazione, permettendo di comprendere se l’eventuale debolezza innovativa delle imprese italiane viene spiegata da un più basso livello di capitale cognitivo o da un minore capacità dello stesso di generare innovazione. Nell’indagine si terrà conto anche delle possibili interazioni dei diversi elementi del capitale cognitivo, nonché delle possibili fonti dello stesso esterne all’impresa (esternalizzazione della R&S, relazioni con università, centri di ricerca, ecc.). Naturalmente il confronto sarà effettuato tenendo conto di tutta una serie di variabili di controllo presenti nel database (settore produttivo, dimensioni d’impresa, grado di internazionalizzazione, livelli di investimento, modalità e capacità di finanziamento, ecc.).

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.975,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Gruppo di RicercaIORIO Roberto (Coordinatore Progetto)
BUBBICO Davide (Ricercatore)
D'AMORE ROSAMARIA (Ricercatore)
FARACE Salvatore (Ricercatore)
MAZZOTTA Fernanda (Ricercatore)
O'HIGGINS Shane Niall (Ricercatore)