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STEATOSI/STEATOEPATITE, STRESS OSSIDATIVO E RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Come è stato ampiamente dimostrato in numerosi studi sperimentali, sia animali che umani, la base fisiopatologica del danno cardiovascolare è spesso rappresentata da un aumento dello stress ossidativo con conseguente danno endoteliale e alterazione dei meccanismi di regolazione dell'endotelio stesso. Gli elementi più importanti e studiati di questo sistema di regolazione sono sicuramente l'ossido nitrico (NO) e gli enzimi eNOS e iNOS. La disfunzione endoteliale è stata dimostrata anche nel fegato, dove contribuisce allo sviluppo dell'ipertensione portale. Inoltre, uno dei meccanismi proposti per lo sviluppo dell'insulinoresistenza nei ratti alimentati con dieta ricca di grassi è quello dell'up-regolazione dell'iNOS nel fegato. La somministrazione di una dieta ricca di grassi, induce nei ratti lo sviluppo di steatosi e di insulinoresistenza nell'endotelio, mediata, almeno in parte, dall'upregolazione di iNOS e può essere prevenuto dalla metformina. Non esistono, allo stato, studi sperimentali sull'uomo per confermare che il danno endoteliale è attivo anche a livello epatico e responsabile dell'associazione fra malattie CV e steatoepatite. Questa messe di dati, pur confermando la stretta associazione fra stress ossidativo, fattori di rischio CV, patologie CV e steatosi/steatoepatite non alcolica, solleva un ragionevole dubbio sul tipo di associazione esistente. Esiste cioè semplicemente una comune etiologia dovuta all'insulinoresistenza ed alle alterazioni metaboliche che portano da un lato allo sviluppo della steatosi nel fegato ed alla malattia CV in "periferia", oppure sussiste un nesso di causalità diretta fra steatosi/steatoepatite non alcolica e malattia cardiovascolare in grado di provocare direttamente un danno cardiovascolare a partire dalla presenza delle steatosi epatica non alcoolica? Per tale motivo proponiamo uno studio prospettico indipendente per la valutazione e la stratificazione del rischio cardiovascolare nei pazienti con diagnosi di steatosi non alcolica.Tale studio utilizzerà una innovativa metodica diagnostica per valutare dinamicamente l'entità della disfunzione del sistema della ossido nitrico sintasi endoteliale. Tale metodo, già in parte validato in studi su patologie cardiologiche, potrebbe rappresentare un nuovo tool diagnostico utile a riconoscere i pazienti con steatosi a maggiore rischio cardiovascolare ed anche a seguirne il rischio nel tempo. Il metodo si basa su la valutazione diretta della funzione vasomotoria di eNOS (presente nelle piastrine dei soggetti), studiata mediante la misurazione della vasodilatazione indotta su un endotelio di derivazione murina, da parte di piastrine attivate. Se risultata valida, questa metodica potrebbe rappresentare un importantissimo mezzo diagnostico in epatologia per distinguere i pazienti con steatosi a basso rischio cardiovascolare da quelli ad alto rischio.

StrutturaDipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana”/DIPMED
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo7.735,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 30 Novembre 2017
Gruppo di RicercaPERSICO Marcello (Coordinatore Progetto)
TRIPODI Marie Francoise (Ricercatore)