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GLI ASPETTI PROCESSUALI DELLA LEGISLAZIONE ANTICORRUZIONE

La Camera dei Deputati ha recentemente approvato in via definitiva la proposta di legge n. 3008 sull'introduzione di nuove disposizioni in materia di delitti contro la P.A., di associazione di tipo mafioso e di falso in bilancio: il c.d. ddl “anticorruzione”. In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è comunque di tutta evidenza che la nuova norma, dal punto di vista sostanziale, si limita a prevedere aumenti delle pene per i reati contro la p.a., mentre, da un punto di vista strettamente processuale, la novella legislativa interviene prevedendo una nuova circostanza attenuante per la “collaborazione processuale”, in riferimento ai responsabili di delitti previsti dagli articoli 318, 319, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322 e 322-bis del codice penale che si adoperino efficacemente per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori e forniscano concreta collaborazione. Inoltre, la nuova norma anticorruzione subordina la possibilità di accedere al cd. patteggiamento (art. 444 c.p.p.) alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato. Inoltre, di recente, l'Autorità Nazionale Anticorruzione, al fine di incoraggiare i dipendenti pubblici a segnalare illeciti di cui vengano a conoscenza nell'ambito del rapporto di lavoro, con la Determina n. 6/2015, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 110 del 14 maggio c.a., ha approvato le “Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d. whistleblower)”, con l'evidente obiettivo di offrire agli enti pubblici italiani una disciplina applicativa delle sintetiche disposizioni di principio introdotte dalla legge n. 190/2012 (cd. "Legge Severino"), volte a incoraggiare i dipendenti pubblici a denunciare gli illeciti di cui vengano a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro. Naturale ed indispensabile presupposto della norma è la contemporanea garanzia al personale delle amministrazioni pubbliche di poter contare sulla tutela della riservatezza e sulla protezione contro eventuali forme di ritorsione sempre in ambito lavorativo. Tuttavia, l'istituto, finora estraneo alla cultura giuridica italiana, avrà senz'altro effetti dirompenti nell'ambito dell'accertamento penale, sia rispetto al momento di segnalazione della notitia criminis, sia con riguardo alla "contaminazione" del procedimento penale da parte di atti compiuti nell'ambito del procedimento amministrativo sorto a seguito proprio della segnalazione "anonima". Inoltre, gli aspetti innovativi della ricerca si concentreranno sulla verifica degli effetti dell'impianto delle misure cautelari, sia direttamente che indirettamente modificato dalla legislazione anticorruzione. Ancora, il tema della collaborazione processuale di coloro che risultano essere correi ripropone il tradizionale problema delle dichiarazioni rese e della loro utilizzabilità nell'ambito dell'accertamento giurisdizionale penale.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo640,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaDALIA Gaspare (Coordinatore Progetto)
DARAIO Girolamo (Ricercatore)
DI LIETO Andrea (Ricercatore)
IOVINO Felice Pier Carlo (Ricercatore)
NORMANDO Rosalba (Ricercatore)
RANIERI Enrico (Ricercatore)
RUSSO Teresa (Ricercatore)
SAMMARCO Angelo Alessandro (Ricercatore)
SAPONIERO GIUSEPPE (Ricercatore)
SESSA Antonino (Ricercatore)