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FECONDAZIONE ETEROLOGA: MODELLI COSTITUZIONALI E LEGISLATIVI EUROPEI A CONFRONTO
S'intende esaminare le discipline legislative dei Paesi membri dell’Ue sul tema della fecondazione eterologa per metterle a confronto con la disciplina italiana, nella dimensione che acquisirà a seguito della recente sentenza della Corte costituzionale n. 162/2014. La pronuncia della Consulta segna, infatti, il definitivo smantellamento della legge n. 40/2004, già ampiamente erosa nel suo impianto originario da plurime sentenze di giurisprudenza di merito e costituzionale. La sentenza de qua nega, infatti, il bilanciamento tra due interessi sul quale si basava la legge n. 40/2004 nella sua originaria stesura: da un lato, il desiderio di genitorialità di una coppia stabile; dall’altro, il bene-diritto del concepito alla vita e a potenzialità di sviluppo non meramente strumentali a finalità sociali, sebbene di alta levatura. Di conseguenza, il divieto di fecondazione eterologa cade con la suddetta pronuncia.Tra i diversi interessi in gioco e le differenti prospettazioni e convincimenti, religiosi e laici, sulla questione, la prima e decisiva verifica dev’essere svolta sulla Carta costituzionale e, per essa, sull’identità culturale e storica del nostro Paese e del nostro popolo.Non sfugge, infatti, l’influenza che, sul cambiamento di disciplina indotto dalla su richiamata sentenza e, dunque, sulla posizione assunta dal nostro Giudice delle leggi, l’orientamento della maggioranza dei legislatori e delle Corti dei Paesi Ue, nonché del legislatore e degli organi giudiziari dell’Unione europea, per angusta che ne sia la competenza in materia.Originario obiettivo della ricerca è, difatti, l’individuazione e la riflessione sul grado di contemperamento raggiunto tra il vantaggio e l’aspettativa dei cittadini Ue e della stessa Unione europea all’uniformità di disciplina della materia in oggetto nel territorio dell’Unione e l’opportunità e l’interesse di ciascuno Stato membro a salvaguardare la propria identità storica, culturale e giuridica. Un forte senso d’identità sottende, infatti, tipicamente, materie eticamente sensibili quale quella de qua.Ulteriore ma correlato obiettivo della ricerca è quello di esaminare il rapporto tra la disciplina della materia ed il sistema del welfare a suo supporto, in relazione ai principi costituzionali, con attenzione comparatistica tra l’Italia e la Gran Bretagna.L’ordinamento inglese, infatti, tra quelli europei di maggior rilievo, ha assunto, sulle pratiche di fecondazione assistita, le posizioni giuridiche più liberali. Al contempo, però, restringe, di fatto, la possibilità dei suoi cittadini meno abbienti di farvi ricorso servendosi delle eccellenti strutture specialistiche del suo territorio, avendo, di recente, escluso tali servizi dal sistema sanitario pubblico.Il governo Cameron ha gestito la questione secondo criteri essenzialmente economici.La decisione d’intraprendere il percorso della fecondazione eterologa è qualificabile come una “domanda anelastica” (a determinate variazioni del prezzo corrispondono variazioni d’intensità minori della domanda proveniente dal mercato). Si è ritenuto, pertanto, di poter escludere dal sistema assistenziale pubblico la copertura economica di siffatta domanda, nella certezza che essa si sarebbe rivolta, per la più parte, all’offerta privata, in grado,sul piano scientifico e logistico, di coprire buona parte del fabbisogno.È singolare la situazione di molte coppie inglesi che, non potendo affatto sostenere gli elevati costi dell’assistenza privata del loro Paese, sono costrette a rivolgersi all’estero nella speranza di poter accedere alla fecondazione assistita “a prezzi sostenibili”.Tali cittadini inglesi vengono così a trovarsi in una situazione analoga a quella in cui versano molte coppie italiane per motivi del tutto diversi, vale a dire per l’impasse legislativo che impedisce, nel nostro Paese, il formarsi di una regolamentazione liberale lineare e coerente.
Struttura | Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione/DISPC | |
Responsabile | FATTIBENE Rosanna | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 3.529,00 euro | |
Periodo | 28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017 | |
Proroga | 28 Luglio 2018 | |
Gruppo di Ricerca | FATTIBENE Rosanna (Coordinatore Progetto) FORTUNATO Anna (Ricercatore) MACRI' Gianfranco (Ricercatore) PETRONE Alessandra (Ricercatore) |