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SCIENCE FICTION, (DARK) FANTASY E DISTOPIA: ASPETTI LINGUISTICI, TESTUALI, STILISTICI, TRADUTTIVI E DIDATTICI

La ricerca intende prendere in esame la variazione linguistica e stilistica e la conseguente resa traduttiva in alcuni generi letterari specifici, la distopia e il fantasy che si prestano particolarmente a un’analisi di questo tipo in quanto molto spesso la lingua viene manipolata o creata ad hoc per diversi motivi. Si pensi, ad esempio, alla creatività e alla manipolazione linguistica (e stilistica) in Carroll, Orwell, Banks, Self, Tolkien, Burgess, Pratchett, Gaiman, Rowling e Martin tra gli altri. Partendo dall’ipotesi Sapir-Whorf, secondo la quale la lingua che utilizziamo influenza il nostro pensiero, la percezione della realtà e la visione del mondo si chiarisce presto il motivo per cui molto spesso nella narrativa fantascientifica, fantasy e distopica, la sperimentazione linguistica ha un ruolo fondamentale e, anche quando i mondi alternativi sono presentati in un inglese standard senza notevoli variazioni morfologiche, lessicali, sintattiche ecc. ci si rende conto che la variazione e l’innovazione in quei testi si esplicano al livello dello stile che è sempre molto ricco di figure retoriche e simboli più o meno evidenti. Uso massiccio delle figure retoriche, linguaggi settoriali, neologismi e fusioni linguistiche (si pensi al Nadsat burgessiano ad esempio), code switching e code mixing, intertestualità, elementi culturospecifici ecc. sono gli ingredienti principali in questi generi letterari e saranno questi i livelli di analisi presi in esame insieme alle loro interessanti ripercussioni nel campo della traduzione (letteraria, cinematografica e audiovisiva, ma anche intralinguistica, interlinguistica e intersemiotica) e nel campo della didattica. Quest’ultimo ambito risulta particolarmente interessante, soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione di significato e lessico.“Lavorare su una lingua infarcita di lessemi inventati rende gli studenti consapevoli della possibilità di inferire il significato di un elemento lessicale sconosciuto a partire dalle co-occorrenze e dal co-testo, il che riduce la loro insicurezza in presenza di un item sconosciuto in mancanza di un dizionario a portata di mano. Dimostrare loro che possono farcela da soli a comprendere per lo meno il senso globale di un testo anche in presenza di un certo numero di significanti a loro ignoti li rende meno insicuri e li allena ad una costruzione del significato che lavora per induzione a partire dal noto. Si tratta di una sorta di data-driven learning molto stimolante per lo studente e senza dubbio molto efficace a costruire la loro competenza lessicale” (Barone, 2011: 122)In questo campo l’uso della corpus linguistics si rivelerà un prezioso alleato come è emerso dallo studio fatto su A Clockwork Orange di Anthony Burgess (Barone, 2011, Approccio lessicale e apprendimento data-driven: il caso di A Clockwork Orange) proprio in riferimento al lessico inventato o dallo studio sul saggio Eureka di Edgar Allan Poe (Barone, 2013, Eureka di Edgar Allan Poe: letteratura o scienza? ) su questioni di genere, linguaggio specialistico, stilistica e testualità.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.000,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 27 Luglio 2017
Proroga27 Luglio 2018
Gruppo di RicercaBARONE Linda (Coordinatore Progetto)
DE MEO Mariagrazia (Ricercatore)