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EFFICIENZA PRODUTTIVA ED ECO-INNOVAZIONE NEI SETTORI MANIFATTURIERI TRADIZIONALI

Quanto sia importante il ruolo delle imprese e come la sostenibilità stia sempre più entrando nei business model delle attività ad elevato valore aggiunto è confermato da diversi studi internazionali. È possibile citare, ad esempio, la recente indagine dell’Economist che ha coinvolto 285 top manager che operano in Asia, Europa e Nord America, in cui si evidenzia la crescente integrazione della sostenibilità nelle strategie aziendali e nei modelli di business per il raggiungimento di obiettivi di lungo termine, secondo un approccio che prende in considerazione il “valore condiviso”. A tale proposito, appare interessante evidenziare come tale tendenza risulti negli ultimi anni più accentuata nelle imprese appartenenti ai Paesi emergenti rispetto a quelli occidentali. Eppure da più parti è possibile recepire il monito che affida ai due driver, quello dell’innovazione e quello della responsabilità ambientale, le principali opportunità di nuova crescita dei settori manifatturieri considerati tradizionali anche per il nostro paese. Dai dati pubblicati nel Rapporto Greenitaly (2014) “Nutrire il Futuro” emerge che le imprese italiane che hanno promosso eco-investimenti appaiono più forti all’estero: il 19,6% esporta stabilmente (quasi 67.000 in termini assoluti), contro il 9,4% di quelle che non investono. Una percentuale che raddoppia nel comparto della manifattura, dove, tra le imprese che investono green, quelle esportatrici arrivano a superare il 40%, mentre nel caso delle imprese che non investono, la quota si ferma al 24%.Partendo da tali premesse, la ricerca si comporrà di due diversi momenti, il primo, quale disamina della letteratura, di tipo “desk”, sarà volto ad approfondire il ruolo nodale che l’eco-innovazione può assumere nel percorso di sviluppo socio-economico e quanto sia già una opzione tutt’altro che ignorata. A tale proposito, dall’inizio della crisi economica degli ultimi anni, nonostante le difficoltà, più di un’azienda su cinque ha scommesso sulla green economy. Una propensione che sale nettamente nel manifatturiero, esposto più di altri alle insidie della difficile congiuntura economica: in esso quasi un’impresa su tre punta sul green, non solo per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare risorse naturali ed energia, ma per riqualificare le proprie produzioni e migliorare la propria competitività.La seconda fase, invece, attraverso un’indagine empirica condotta sul territorio nazionale, nell’ambito dei settori manifatturieri tradizionali, sarà tesa ad esplorare e misurare le performance di tali innovazioni nonché le prospettive di sviluppo e i limiti che ne rallentano l’implementazione all’interno dei nostri confini nazionali. Per molti decenni, lo sviluppo economico ha seguito una strada diametralmente opposta a quella della sostenibilità. Ciò ha prodotto una serie di effetti sull’ambiente che si manifestano con sempre maggiore evidenza, così come attestato da numerosi studi legati al Climate Change. E’ in questo passaggio che la green economy acquisisce valore economico, assumendo un nuovo significato per il nostro sistema produttivo: da mero vincolo in antitesi con l’efficienza di costo a opportunità di mercato e di profitto.

StrutturaDipartimento di Scienze Aziendali - Management & Innovation Systems/DISA-MIS
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.153,97 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaTESTA Mario (Coordinatore Progetto)
CUOMO Maria Teresa (Ricercatore)
D'AMATO Antonio (Ricercatore)
MALANDRINO Ornella (Ricercatore)
METALLO Gerardino (Ricercatore)
SUPINO Stefania (Ricercatore)