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PARAMETRI DEL MOTO ONDOSO DA DATI SATELLITARI

Vista dunque la complessità dell'approccio analitico, nella presente ricerca sarà sviluppato un approccio di tipo numerico partendo da una generazione pseudo-casuale della superficie marina ricostruisca la risposta SAR. Una procedura similare fu già proposta agli inizi degli anni 90 da Alpers W. e Bruning C., però le scarse capacità computazionali dell'epoca portarono i due scienziati ad abbandonare l'idea. L’attenzione in particolare sarà rivolta a quei mari, quali il Mediterraneo, che essendo caratterizzati da lunghezze di fetch molto ridotte rendono ancor più difficile l'esatta interpretazione ed analisi dei dati. Queste problematiche sono state già ampiamente e favorevolmente trattate in passato per gli oceani ma non ancora per bacini di ridotte dimensioni. La prima fase del lavoro sarà basata dunque essenzialmente sullo sviluppo di un algoritmo capace di riprodurre in maniera pseudo-casuale la superficie marina. Si assumerà a tal fine uno spettro Jonswap del moto ondoso (ma nulla vieterebbe di assumerne uno diverso anche più complesso) e lo si renderà direzionale con una apposita funzione di spreading (Boccotti , Goda), in modo tale che l'algoritmo in questione possa calcolare anche le componenti delle velocità orbitali in corrispondenza del pelo libero, essenziali per poter determinare l'effetto di shift. Con le superfici marine così generate saranno simulati, inizialmente i soli effetti di tilt (inclinazione locale della superficie) e di shift doppler. Al fine di verificare la bontà dell’approccio saranno considerati differenti stati di mare caratterizzati da diverse lunghezze d'onda e da diverse direzioni di propagazione. In particolar modo saranno analizzate le due situazioni estreme: direzione di propagazione parallela alla direzione di moto del satellite (azimuth travelling waves), direzione di moto ortogonale alla direzione di moto del satellite (range travelling waves). Nel primo caso è massimo l'effetto di shift ed è nullo invece quello di tilt, mentre nel secondo si verifica la condizione inversa. Inoltre, oltre a migliorare quanto ottenuto si procederà ad un approfondimento della tematica inserendo nelle simulazioni anche altri effetti importantissimi nella formazione dell’immagine come il frangimento del moto ondoso dovuto al vento (whitecapping), tralasciando al momento la modulazione idrodinamica che è sicuramente il fenomeno più complesso anche perché non è stato sviluppato ancora un modello analitico che descriva esaustivamente il fenomeno. Infatti. la maggior parte dei modelli analitici proposti (modelli a due e a tre scale), inglobano questo effetto nel tilt. I risultati dei tests realizzati, saranno confrontati con i dati presenti in letteratura, in modo tale da verificare la bontà di quanto implementato.

StrutturaDipartimento di Ingegneria Civile/DICIV
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo8.060,03 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaDENTALE Fabio (Coordinatore Progetto)
BOVOLIN Vittorio (Ricercatore)
PUGLIESE CARRATELLI Eugenio (Ricercatore)
VICCIONE Giacomo (Ricercatore)