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I COMMENTI CAROLINGI AGLI AUTORI CLASSICI.

Dopo aver dedicato molti anni della mia attività scientifica alla pubblicazione del materiale scoliastico contenuto in testimoni giovenaliani compresi fra IX e XII secolo (Scholiia in Iuvenalem recentiora secundum recensiones phi et chi - t. i satt. 1-6, Pisa 2011 e t. II satt. 7-16 in corso di stampa presso le Edizioni della Normale), ritengo utile concludere il lavoro con una monografia che tenti di contestualizzare questo tipo di materiale, per sua natura eterogeneo e discontinuo, attraverso il confronto con altri documenti prodotti dal medesimo ambiente per tracciare una storia dell'esegesi testuale carolingia, nella sua evoluzione da Heiric a Remi. Questo obiettivo si potrà realizzare, in primo luogo, attraverso il confronto tra gli scholia recentiora da me pubblicati e gli scoli del ms. Cambridge, King's College 52 su cui sto lavorando con Maria Galante e Daniela Gallo (entrambe parte di questo progetto) e che costituisce una redazione precedente a quella phi-chi, qualitativamente migliore e frutto, con tutta probabilità del lavoro di Heiric su materiale di origine tardo-antica affine al cosiddetto Probus Vallae (pubblicato da Giorgio Valla nel 1486 e tratto da un ms. andato successivamente perduto); inoltre il commento remigiano verrà sistematicamente raffrontato con i commenti ad autori antichi e tardo-antichi attribuibili a Remi (Boezio, Donato, Foca, Marziano Capella, Prisciano, Prudenzio, Sedulio) oltre al I e II Mitografo vaticano; questo lavoro è stato condotto sistematicamente da me per le satire 1-6 e in collaborazione con Francesca Artemisio e Ileana Pagani (entrambe parte di questo progetto) per le satire 7-16 e per una revisione delle prime sei); da questo materiale grezzo, fatto di una fitta trama di rimandi interni tra opere riconducibili all'attività di uno stesso autore, è possibile ricavare un metodo esegetico, sicuramente ai nostri occhi ingenuo e privo di scientificità, ma molto importante per le implicazioni future. I commenti a Giovenale, infatti, formeranno a partire dal XII secolo un blocco abbastanza compatto che rappresenterà la vulgata esegetica all'autore fino al tardo Quattrocento e le nozioni in essi contenuti si diffonderanno nelle raccolte lessicografiche (Papias, Uguccione, Balbi) contribuendo a formare quel latino medievale di base colta, ma con implicazioni anche nei testi letterari in lingue volgari (cf. S. Grazzini, Innovazioni esegetiche e lessicali degli scholia carolingi a Giovenale, in Strategie del commento a testi greci e latini, Atti del Convegno [Fisciano 16-18 novembre 2006] a cura di Paolo Esposito e Paola Volpe Cacciatore, Soveria Mannelli 2008, pp. 239-258), ricco di lezioni nate da accidenti della tradizione, da cattive interpretazioni, fraintendimenti e autoschediasmi che ne costituiscono uno degli aspetti peculiari e che saranno progressivamente smascherati dagli umanisti. L'importanza di una monografia complessiva, che partendo dall'inquadramento storico dei testimoni e ricostruisca la mentalità esegetica possono fornire un importante strumento di interpretazione dell'orientamento culturale di età tardo carolingia.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.000,00 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Proroga27 Luglio 2018
Gruppo di RicercaGRAZZINI Stefano (Coordinatore Progetto)
ARIEMMA Enrico Maria (Ricercatore)
ESPOSITO Paolo (Ricercatore)
GALANTE Maria (Ricercatore)