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RUOLO DEL METABOLISMO DEL BISFENOLO A NELL'IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB)

Alcuni studi di laboratorio effettuati su topi e ratti, suggeriscono che l'esposizione al BPA possa favorire l'insorgenza di ipertrofia prostatica benigna, anche se molte incertezze rimangono riguardo il rischio effettivo per l'uomo.Sono state pubblicati alcuni studi riguardo l'impatto del BPA sulla salute umana. E' stato possibile evidenziare, ad esempio, una maggiore prevalenza di patologie endocrino-correlate, quali il cancro al seno, il cancro alla prostata, l'Ipertrofia Prostatica Benigna, l'infertilità, in gruppi esposti ad alte concentrazioni di BPA per motivi professionali. Questi dati derivano principalmente da studi epidemiologici trasversali, che non sono sufficienti a stabilire con certezza rapporti di causalità. Gli ostacoli principali alla possibilità di dimostrare un nesso di causalità tra esposizione al BPA e l'insorgenza di patologia sono a nostro avviso due: l'universalità della esposizione a tale inquinante, per cui risulta praticamente impossibile identificare gruppi di pazienti non esposti da studiare; la difficoltà di monitorare una esposizione prolungata nel tempo, poichè la misurazione della concentrazione del BPA totale nei liquidi biologici fornisce la sola stima della esposizione istantanea. Considerando che la principale tossicità ipotizzata a carico del BPA è legata alla sua attività di disturbatore endocrino, con attività dimostrata in vitro sia di agonista che di antagonista nei confronti di recettori nucleari, è ragionevole presumere che proprio una esposizione prolungata nel tempo, anche a basse dosi, possa essere alla base dell'insorgenza di patologie, in particolare di quelle neoplastiche e citiproliferative. Alla luce di quanto detto, e per tentare di superare tali ostacoli, abbiamo ipotizzato che un aumentato rapporto tra BPA libero e BPA coniugato, nelle sue forme glucuronato e solfato, possa essere indicatore indiretto di una esposizione prolungata ad una concentrazione maggiore di BPA libero, a parità di esposizione. A tal scopo intendiamo sottoporre campioni biologici, quali siero ed urine, prelevati tanto da pazienti affetti da IPB, quanto da soggetti in cui non ci sia alcuna evidenza di malattia, ad analisi cromatografiche e di spettrometria di massa allo scopo di misurare la quantità di BPA libero e di BPA glucuronato e solfato. Si verificherà successivamente con strumenti statistico-matematici se il rapporto tra BPA libero e BPA coniugato sia mediamente più alto nella popolazione dei pazienti affetti da IPB rispetto a quella dei controlli sani.

StrutturaDipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana”/DIPMED
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo3.867,35 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2018
Gruppo di RicercaALTIERI Vincenzo (Coordinatore Progetto)