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LE RELAZIONI ECCLESIASTICISTICHE AL TEMPO DELLA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA E DEI DIRITTI TRA DIMENSIONE GIURIDICA DEL MAGISTERO E PRINCIPI DI COOPERAZIONE-COLLABORAZIONE STATO-CHIESE
La ricerca intende svolgersi secondo una triplice dimensione investigativa. La prima, di natura più spiccatamente preliminare, è destinata a ricostruire l'ampia congerie di nessi ed interrelazioni sistemiche, indotte dalle mutazioni di contesto - e dalle relative crisi - della contemporaneità giuridica. Nessi ed interrelazioni che contribuiscono a riconfigurare i rapporti tra diritto e religione e, più specificamente, tra le istituzioni pubbliche e le Chiese. Delineato in questi termini l'iniziale quadro di riferimento normativo e teorico-concettuale, l'analisi potrà quindi orientarsi sui due profili qualificanti del progetto. A venire in rilievo sarà allora, anzitutto, l'individuazione e l'analisi critica degli strumenti a disposizione delle religioni per svolgere efficacemente il proprio ruolo "pubblico" di contenimento degli effetti socialmente più negativi della crisi. Tra questi strumenti, certamente, quelli sanzionatori pur previsti nell'ordinamento confessionale, tanto in funzione deterrente che in funzione rieducativa e/o emendativa del reo-peccatore, cui sarà quindi dedicato adeguato spazio. Così come ai processi di riforma amministrativa ed amministrativa-patrimoniale in corso, già da qualche tempo, all'interno della Chiesa. Ma soprattutto l'attenzione sarà rivolta alle nuove forme del discorso sociale della stessa Chiesa cattolica ovvero a ragioni e portata, rinnovate, del Magistero ecclesiale. Quest'ultimo pare invero rafforzarsi nella sua dimensione giuridica, quale mezzo attraverso il quale alimentare e sostanziare tanto le aspirazioni alla coesione ordinamentale interna che le pretese di influenza nell'ordine secolare. In effetti, questo passaggio analitico aspira ad assumere un ruolo centrale nello svolgimento della ricerca. Si tratta infatti di cogliere il nesso, ancora sotto traccia ma particolarmente robusto, che intercorre tra rafforzamento, per così dire, valoriale della coesione interna - per come garantito dall'esercizio magisteriale - e, all'esterno, pratica della cooperazione-collaborazione tra Stato e Chiesa. E' questa prospettazione, a sua volta, a costituire chiave di lettura innovativa e, si ritiene, particolarmente utile a dare conto del nuovo corso delle relazioni ecclesiasticistiche, in cui la Chiesa cattolica sembra voler operare un ulteriore salto di qualità nel progressivo convergere verso istanze di tutela provenienti dall'ordine secolare. Ancorando però, nel contempo, questa disponibilità alla riaffermazione della fondamentale - ed indeclinabile - ispirazione etica del suo agire. Su queste basi, può di primo acchito risultare arduo declinare l'impegno pubblico della Chiesa e, più in generale, delle religioni, in termini problematici e critici. E' tuttavia altrettanto evidente che la curvatura assunta dall'attuale principio di cooperazione-collaborazione pone non poche questioni di compatibilità rispetto alla tenuta del fondamentale principio della distinzione degli ordini e, per esso, del principio giuridico di laicità. Di qui, l'orientamento della fase ultimativa della ricerca, che sarà appunto dedicata alla rilevazione ed alla valutazione critica di questi profili problematici, da inquadrare in un adeguato quadro sistematico e dogmatico-ricostruttivo.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | D'ANGELO Giuseppe | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.396,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 26 Settembre 2018 | |
Proroga | 20 settembre 2019 | |
Gruppo di Ricerca | D'ANGELO Giuseppe (Coordinatore Progetto) ELEFANTE CARMELA (Ricercatore) GALIANO MARIANGELA (Ricercatore) MENICUCCI Mauro (Ricercatore) MURINO Filippo (Ricercatore) POSTIGLIONE VERONICA (Ricercatore) VECCHIO CAIRONE Ivana (Ricercatore) |