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LA CENTRALITÀ DELLA CATEGORIA DEL CREDITO NELLA RAZIONALITÀ NEOLIBERALE
In continuità con l’indagine svolta da Michel Foucault sulle nuove forme e tecnologie del potere governamentale, la ricerca prevede di ricondurre la questione del credito ad una riflessione sugli effetti operati dal “credere” come dispositivo produttivo di soggettivazioni, vale a dire, come attività pratica/esistenziale più che cognitiva, colta e analizzata nella sua ambivalente polarità tra fede e credenza. Diversamente dalla fede che si fonda sulla minaccia teologica di perdizione dell'anima, il credito, infatti, è accompagnato sempre da dispositivi concreti e differenziati di compensazione dell'incertezza. Focalizzare la centralità del credito nell’attuale governamentalità neoliberale, significa allora non solo evidenziare il rovescio di quelle versioni della bioeconomica che fondano l'economia capitalista neoliberale sul debito e sulla colpa (Lazzzarato). Ma significa evidenziare anche un aspetto autonomo del credito il quale poco ha a che vedere col rovescio del debito, ma semmai con l'errore, l’indeterminatezza, l'incertezza e con la loro radice contingente riconducibile all’empirismo di David Hume. Se, infatti, il discorso sul debito è in grado di stigmatizzare la svolta disciplinare del neoliberalismo dopo la crisi, mettendo a nudo la struttura indebitante del capitalismo, tuttavia esso non è in grado di cogliere – e, anzi, azzera, nel suo presentarsi come orizzonte dell'intera cultura occidentale - la differenza specifica che caratterizza il neoliberalismo: il suo radicarsi sul terreno franoso del postmoderno, del postfondazionale e dell'assoluta contingenza, salvo poi, come si proverà ad argomentare, non tollerarla. Per evidenziare questa differenza specifica del neoliberalismo, sarà utilizzato l’Antiedipo di Gilles Deleuze. Sappiamo, infatti, che l'Antiedipo è una requisitoria contro l'Edipo, epitome della visione deficitaria, manchevole dell'umano che lo condanna al desiderio interdetto, alla colpa e alla legge. La ricerca proverà ad evidenziare come dal testo deleuziano emerga proprio l’appartenenza del debito al regime della rappresentazione che è sempre repressione-rimozione. Il debito, per Deleuze, va restituito al suo codice iscrizionale, territoriale, politico e, attraverso questo, alla cornice rappresentazionale di mito e destino. Esso appartiene alla fase della rappresentazione dualista che poi viene catturata e centralizzata dallo Stato il quale trasforma i blocchi aperti di debito nel debito infinito, debito di esistenza: paranoia, sovranità, megamacchina fiscale, dove destino, debito e colpa possono essere raccolti da un Weber (il debito infinito si interiorizza) e la terra diventa un asilo di alienati, corpo pieno e sur-codificato. Muovendo, dunque, da Deleuze, la ricerca evidenzierà come il capitalismo attuale non sia legato al debito, ma si presenti piuttosto come una gigantesca de-codificazione dei flussi, deterritorializzazione che sposta il codice: come una macchina produttiva e macchina della credenza senza certezza. In tale direzione, sarà utilizzato il rimando al saggio deleuziano su Hume in cui, affrontando la meccanica dell'economia in Hume, Deleuze sottolinea il suo carattere acefalo di istituzione, senza legislatore e senza Stato. L'economia moderna è legata, pertanto, al mondo della fine della fede, il mondo della credenza e perciò fonda sul credito. Senza negare la genealogia del debito, la ricerca sarà volta a mostrare quindi che le soggettività neoliberali sono figlie di una decodificazione radicale del trascendente e del sacro, che peraltro, porta al parossismo la contingenza delle condotte che si orientano soltanto in base a segnali linguistici-comunicativi, ma ad altissimo rischio. E l'incremento del rischio – afferma Foucault - induce dispositivi sicuritari, ri-territorializzazioni, proporzionalmente più rigidi, per ridurre l'alea da essi stessi indotta. Tale è il dispositivo valutativo che si impernia proprio su quello standard, sul puntoendogeno relativamente fisso.
Struttura | Dipartimento di Studi Politici e Sociali/DISPS | |
Responsabile | ESPOSITO Marianna | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 2.333,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Proroga | 20 settembre 2019 | |
Gruppo di Ricerca | ESPOSITO Marianna (Coordinatore Progetto) BAZZICALUPO Laura (Ricercatore) LUCE Sandro (Ricercatore) MARTONE Antonio (Ricercatore) MICCIARELLI Giuseppe (Ricercatore) NIGRO CARMELO (Ricercatore) VILLANI MASSIMO (Ricercatore) |