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DE-ASSOLUTIZZAZIONE DEL SIMBOLO NELLA TARDA MODERNITÀ

Lo stato iniziale della ricerca si avvale di alcune “evidenze” fenomenologiche che possono essere nella seguente maniera sintetizzate. Nella ricerca in programma, intendo partire da una distinzione fondamentale tesa a suddividere la società di massa in due segmenti storici ben precisi. Nella prima fase, il periodo moderno, la società di massa aveva l’intento di coagulare gli uomini all’interno di strutture, magari antagonistiche, ma sempre abbastanza compatte nel cuore della società, prevalentemente statuale. In quella fase, fiorivano dunque grandi associazioni politiche, anzitutto partitiche, dotate di forte senso di appartenenza e una idealità che si intendeva far diventare prassi storica. Ben diversa è la situazione in Occidente all’indomani della fine della guerra fredda. L’elettore della società di massa nella sua fase compiuta - ossia quella in cui le filosofie della storia sono state del tutto accantonate, insieme alle organizzazioni partitiche di massa - esperisce una sorta di vuoto politico che si esprime politicamente in una sorta di vuoto pneumatico. L’antipolitica - espressione che somiglia, anche se non può essere integralmente sovrapposta a quella di populismo - vede oggi come protagonista “attivo” un elettore di massa, spesso inconsapevole e privo di ideali - oggi declassati a ideologia - e nasconde a se stesso il proprio vuoto, mascherandolo con l’apparente pienezza, euforizzante ma effimera, della merce. Questa dinamica determina, dunque, una governance “politica” di tipo prevalentemente economico, affidata ormai a macro-organismi, in grado di by-passare lo Stato e le sue tradizionali credenziali sovrane.