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VERSO UNA NUOVA EDIZIONE DEI "PERSIANI" DI ESCHILO

Una nuova indagine sul testo dei Persiani, pur muovendo dai risultati di studiosi quali Murray, Page, Dawe, West e Garvie, non può dunque che basarsi su di un’analisi completa della poetica dell’autore e delle peculiarità della sua dizione, che si manifesta non sempre lineare e 'geometrica', ma che risulta sovente complessa e immaginifica. Tale prospettiva potrebbe offrire l’opportunità di recuperare al testo termini ed espressioni che, testimoniate dai codici, sono state in seguito 'obliterate' dalla straordinaria quantità di proposte congetturali avanzate nel corso dei secoli. Per raggiungere tali obiettivi, l'attività di ricerca andrà svolta in maniera sincronica lungo due direttrici principali: a) riesame della tradizione manoscritta, con necessaria attenzione a quei testimoni della cosiddetta Triade bizantina che, per motivi quasi esclusivamente di cronologia (ma «recentiores non deteriores»), non sono stati presi in considerazione da Dawe 1964 e da West 1990 (Studies) e 1998 (edizione teubneriana). In particolare, si propone una riconsiderazione di alcuni testimoni della cosiddetta recensio thomana, ossia il gruppo siglato s da Turyn, sul cui valore per il testo dei Persiani l'intervento di Charles J. Zabrowski alla “Twenty Ninth Annual Byzantine Studies Conference” (2003) ha evidenziato alcuni dati che potrebbero - almeno parzialmente - rimettere in discussione il giudizio fortemente negativo espresso da diversi studiosi (tra cui lo stesso Turyn) che ne suggeriscono l'eliminatio, e consigliare un nuovo lavoro di lettura e collazione di testimoni finora trascurati; b) studio sistematico della tradizione a stampa dal Cinquecento ad oggi. I precedenti editori hanno di certo individuato, e a volte risolto, molti dei problemi che nascevano dagli errori inevitabili nel corso della tradizione, ma nello stesso tempo hanno sollevato una quantità notevole di falsi problemi e di false soluzioni, dal punto di vista linguistico come da quello metrico, con conseguenze tutt’altro che irrilevanti. Lo sforzo di emendatio compiuto fin dai primi editori del XVI è più che meritorio, e indiscutibilmente necessario. Individuare quali siano stati i criteri ermeneutici che hanno guidato negli ultimi sei secoli un così grande numero di editori nel mettere in discussione la paradosi comporterà necessariamente una maggiore e più salda padronanza delle caratteristiche grammaticali, stilistiche e metriche del dettato eschileo. Una particolare attenzione dovrà essere dedicata all'analisi dei cosiddetti 'lessici speciali', ossia di termini appartenenti a particolari campi semantici (religioso, politico, economico, militare, musicale etc.), la cui individuazione e analisi possono determinare una migliore comprensione del linguaggio metaforico e polisemantico del poeta eleusino, favorendo inoltre l'eventuale soluzione di particolari questioni ecdotico-esegetiche. La contestuale indagine condotta sulla tradizione manoscritta e su quella a stampa consentirà infine di verificare gli apparati delle moderne edizioni critiche e di correggerne eventuali omissioni (recuperando, ad esempio, trascurate varianti significative o individuando con precisione l’origine di un determinato intervento) ed errori (errata attribuzione di congetture).

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.600,00 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Proroga20 settembre 2019
Gruppo di RicercaAMENDOLA Stefano (Coordinatore Progetto)
CASADIO Giovanni (Ricercatore)
DE GREGORIO Giuseppe (Ricercatore)
MERIANI Angelo (Ricercatore)
PACE Giovanna (Ricercatore)
POLITO Marina (Ricercatore)
VOLPE Paola (Ricercatore)