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IMPLICAZIONI POLITICHE DEL CONCETTO DI NATURA

Il progetto consiste nel cominciare a esaminare alcuni aspetti (tre nello specifico) del lungo e complesso itinerario del concetto politico di natura che comincia con l'idea di physis. Il primo aspetto (di cui si tratta di dare, come degli altri, un primo abbozzo) è la relazione tra Platone e l'atomismo antico di Democrito. L'ipotesi che vorrei indagare è che in particolare il "Timeo" di Platone (il libro fondamentale della cosmologia occidentale fino a Galilei e anche oltre) sia il testo con cui l'allievo di Socrate cerca di neutralizzare l'atomismo di Democrito attraverso il concetto di "planomene aitia" (causa errante). Il secondo aspetto su cui vorrei concentrare la mia attenzione, riprendendo qui le mie ricerche su Giordano Bruno, è la portata politica dell'atomismo bruniano ossia l'ipotesi che la rivoluzione cosmologica bruniana coincida con la sua rivoluzione politica e sia - anche per l'oggi - una rivoluzione politica di cui si ha paura (non a caso, come l'Inquisizione ieri,anche oggi c'è chi si incarica di neutralizzare il pensiero di Bruno schiacciandolo su matrici neoplatoniche, ermetiche o anche aristotelizzanti, anziché mettere in luce la matrice atomistica del suo pensiero e la politica di liberazione insita in esso). Il terzo aspetto è legato alla concezione della natura in Marx (su cui esistono pochissimi studi affidabili, anche se qualcosa si sta muovendo dal 2000 a oggi) e, in particolare, al suo rapporto con Darwin (tema molto studiato dal marxismo dogmatico della II e della III Internazionale, ma in modo del tutto privo di fondamenti storici - nonostante la professione di materialismo storico - e del tutto funzionale alla costruzione e al consolidamento dell'ideologia della socialdemocrazia tedesca prima - anche tramite Engels - e dell'Unione sovietica poi). Questo ultimo aspetto è essenziale per comprendere alcune delle ragioni della degenerazione staliniana e dell'idea di una scienza proletaria voluta da Stalin e che Lysenko avrebbe dovuto costruire. Stranamente, ma forse non così tanto, questa idea è l'origine del disastro ambientale sovietico, che è l'anticipazione di quello a cui sta andando ora incontro l'occidente capitalista e liberale. Attraverso questi tre primi carotaggi l'intenzione è provare a dare una prima definizione della politica implicita nel modo di pensare la natura che dai Greci a noi caratterizza il pensiero politico occidentale e, soprattutto, la sua concezione della vita (argomento su cui negli ultimi vent'anni si sono sparsi fiumi d'inchiostro senza venire a capo di nulla). L'ecologia politica, dagli anni Sessanta/Settanta del Novecento almeno, ha cercato di mettere a fuoco il problema, ma, a mio modo di vedere, è rimasta imprigionata nel concetto di natura come qualcosa di separato e indipendente dall'agire umano: sia che di questa alterità faccia l'apologia sia che ne auspichi una più ampia e decisa conquista, controllo e sottomissione. Il problema è appunto uscire da questa concezione non per andare verso una fusione mistica con la natura (che ne presuppone la separatezza), ma per ripensare il rapporto di internità-esternità tra umanità e natura: un rapporto tra pari.

StrutturaDipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione/DISPC
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.728,00 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Gruppo di RicercaELIA Annibale (Coordinatore Progetto)
RAIMONDI Fabio (Ricercatore)