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ARCHITETTURA INDUSTRIALE E PROBLEMATICHE D'USO. LA RIQUALIFICAZIONE DEI TABACCHIFICI DISMESSI IN CAMPANIA

La constatazione dello stato di grave abbandono e di degrado fisico e antropico in cui versano molti complessi industriali dismessi, ubicati in particolare nel territorio campano, pone in termini urgenti la necessità di un approfondimento scientifico e metodologico sul fenomeno del loro riuso. Molti di essi evidenziano eccezionali valenze architettoniche e tecnologiche, alcuni costituiscono importanti segni nel paesaggio culturale o rivestono un ruolo di primo piano nell'identità dei luoghi. L'azienda nata dall'unione tra la SAIS e la SASRTA, nella metà degli anni Trenta, contava ben tredici stabilimenti per la lavorazione del tabacco in Campania, la maggior parte ubicati nella Piana del Sele. Nei centri di lavorazione la grandiosità degli spazi, il ritmo delle aperture, le particolari soluzioni costruttive, talvolta innovative, rispecchiano i retaggi di un'antica operosità e solerzia che ha contraddistinto i contadini e gli operai della Piana. Questi centri di lavorazione, nei quali avveniva la raccolta, la cura e la cernita del tabacco, divennero il fulcro di una realtà cittadina più ampia; si circondarono di abitazioni, refettori, scuole, orfanotrofi, locali di ritrovo. L'aumento demografico li trasformò, poi, in vere e proprie realtà urbane, disegnate su uno schema di assi viari perpendicolari con la strada principale al cui vertice culminava la Chiesa, simbolo di uguaglianza e fratellanza, forse proprio in contrapposizione alle leggi razziali di quegli anni. A seguito della crisi nell'industria italiana del tabacco, quasi tutti i tabacchifici sono stati abbandonati e gran parte di essi ha subito ingenti danni. Pochi risultano sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza e tutti sono in attesa di recupero e riqualificazione. Per rivitalizzare i complessi industriali dimessi va perseguito un recupero che tenda, da un lato, alla conservazione fisica della preesistenza ed alla sua tutela e, dall'altro, ad una sua integrazione nella vita attiva del contesto sociale a cui appartiene; quindi va verificata l'abitabilità reale dell'edificio studiandone le caratteristiche spaziali, tipologiche, termiche ecc. Al fine di riconoscere la predisposizione di una fabbrica ad accogliere specifiche attività è necessario mettere a punto una metodologia per individuare i corretti criteri per la coservazione e la valorizzazione dei complessi indusriali dismessi. A valle del censimento e delle analisi effettuate nel corso della precedente ricerca FARB - rivolta rivolta allo studio dei caratteri storici, costruttivi, architettonici e funzionali, con particolare attenzione allo stato di conservazione generale e dei singoli elementi costruttivi, nonché alla conoscenza dei luoghi e, quindi, all'approfondimento dei caratteri storici, territoriali e socio-culturali dell'ambito in cui gli edifici sono ubicati - è necessario valutazione l'idoneità e la compatibilità degli edifici ad accogliere determinate funzioni, tenendo conto della loro conformazione fisica e spaziale, della precisa gerarchia formale e dimensionale degli ambienti che lo compongono e della direzionalità dei percorsi interni. Partendo poi dall'analisi delle necessità sociali e della collettività vanno individuate le potenzialità e le vocazioni dei luoghi, al fine della loro valorizzazione e della valorizzazione delle risorse locali. Una volta individuate le prospettive di riuso, vanno definiti i criteri di intervento e le modalità operative compatibili e congruenti con i caratteri storico-architettonici e formali dei tabacchifici dimessi.

StrutturaDipartimento di Ingegneria Civile/DICIV
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo3.981,07 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Proroga20 settembre 2019
Gruppo di RicercaRIBERA Federica (Coordinatore Progetto)