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GAETANO FILANGIERI E IL POTERE IN ECONOMIA: L'ATTUALITÀ DELLA SUA LEZIONE.

Il concetto di potere si riferisce, in generale, alla capacità di influenzare i comportamenti di singoli soggetti o di gruppi umani. In una complessa tassonomia, di matrice weberiana, si distingue tra ‘potenza’, ‘potere’ e ‘disciplina’. La potenza esemplifica la possibilità di far valere, nell’ambito di una relazione sociale di qualsiasi natura, la propria volontà, anche di fronte ad un’opposizione; per potere, invece, si deve intendere la possibilità di trovare obbedienza, presso un singolo o presso un gruppo, ad un comando che abbia un determinato contenuto; infine, per ‘disciplina’ deve intendersi la circostanza di trovare obbedienza, in virtù di una disposizione acquisita (come ad esempio una legge) alle proprie decisioni su una pluralità di uomini. La sussistenza del ‘potere’ rivestiva per Weber una fondamentale importanza soprattutto nelle formazioni sociali più sviluppate sotto il profilo economico, tanto del passato quanto del presente. In questosenso, riteniamo che il tema del potere rivesta una particolare rilevanza se calato nel contesto storico della seconda metà del 700. Siamo in un periodo di profonda crisi - scriveva Venturi - tra la perduta battaglia riformatrice di Turgot e le vittorie dei coloni americani insorti: e si trattava di eventi epocali che lambirono anche le aree periferiche del continente europeo, e tra queste il Sud d’Italia . Non era casuale, infatti, che negli stessi anni il Mezzogiorno fosse teatro di una stagione riformistica sulla quale tanto si è scritto ma che probabilmente continuerà ad alimentare vivaci dibattiti e discussioni, e di questa stagione Filangieri fu, senza dubbio, insieme a Tanucci, Genovesi, Galanti, e poi Cagnazzi, Palmieri, De Augustinis, esponente di primissimo piano. Una delle chiavi d’accesso alla grandezza del pensiero di un uomo come Filangieri - ha scritto un giurista di vaglia come Gagliardi - passa attraverso l’introduzione di un lessico nuovo e per molti versirivoluzionario. Espressioni come ‘società civile’, ‘repubblicanesimo’, ‘sovranità popolare’, ‘pubblica opinione’, ‘potere’ (e soprattutto ‘abuso di potere’), che ritroviamo ripetute a più riprese nella sua opera, furono introdotte e investigate da Filangieri in una realtà socio-politica - quale quella del Napoletano di metà ‘700 - ancora assolutistica (per quanto venata di prime tracce di riformismo, all’indomani della riconquistata autonomia politica dell’età carolina) e dove il linguaggio stesso della dimensione del potere era volutamente oscuro e inattingibile. Dal punto di vista metodologico, il nostro studio partirà da una sintetica descrizione, in chiave sociologica, delle varie forme di potere; seguirà poi una biografia intellettuale di Filangieri, mirante a calare storicamente il suo pensiero e la sua opera nel peculiare contesto del riformismo illuministico napoletano del Settecento. Sulla base di queste premesse si passeranno ad analizzare direttamente gli scritti di Filangieri sul potere, ed in specie si esploreranno le implicazioni del suo concetto di potere in ambito socio-economico; la parte conclusiva intenderà sottolineare gli aspetti di modernità dell’opera di Filangieri, ovvero il suo porsi come precursore di idee e concezioni destinate ad affermarsi o a trovare conferma nel futuro.

StrutturaDipartimento di Scienze Economiche e Statistiche/DISES
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.275,00 euro
Periodo29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018
Gruppo di RicercaSANTILLO Marco (Coordinatore Progetto)
CARLUCCI Fabio (Ricercatore)
DI SALVIA Biagio (Ricercatore)
ECCHIA Stefania (Ricercatore)
ROSSI Roberto (Ricercatore)