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L'IMPATTO DELLA CEDU NELL'ORDINAMENTO ITALIANO
A più di sessanta anni dall’entrata in vigore della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – durante i quali la vecchia Europa ha registrato modifiche epocali in un crescente relativismo valoriale – la CEDU conserva un elevato tasso di modernità e di sintonia con il diritto vivente. Esso è il prodotto non solo di un impegno della Corte di Strasburgo a rendere living la Convenzione ma anche di una naturale vocazione della stessa a ricomprendere sotto la giurisdizione della Corte – mediante un’interpretazione dinamica ed evolutiva delle basi giuridiche convenzionali – fattispecie anche non compiutamente codificate (tutela “indiretta” dell’ambiente, nozione ampia di vita privata e pluralità di modelli di vita familiare, evoluzione della condizione di vittima, ecc.). La misura dell’effettività di una Convenzione – che disciplina materie che, normalmente, sono di competenza statuale – è data dal grado di tutela dei diritti inessa consacrati e dal livello complessivo di conformazione ai suoi valori fondamentali ad opera degli ordinamenti giuridici degli Stati parte. Al tempo stesso, allorquando la violazione dei diritti e delle libertà sia accertata in via giurisdizionale, la prova della suddetta effettività riposa nella corretta esecuzione delle sentenze definitive della Corte di Strasburgo laddove l’eventuale carattere generale delle misure testimonia limiti “strutturali” del sistema interno. Il tutto nell’ambito di un processo circolare atteso che, a monte, l’individuazione dei diritti e delle libertà da tutelare è operata dagli Stati attraverso la firma e la ratifica della CEDU e dei suoi Protocolli addizionali ma, a valle, l’implementazione degli stessi fa assurgere alla Corte europea una funzione – di tipo sussidiario – che si traduce anche nell’integrazione delle garanzie apprestate dai vari ordinamenti nazionali. Alla luce di quanto esposto la presente ricerca - di cui emerge l'evidente carattere innovativo - circoscrive il suo intervallo di osservazione alla più recente giurisprudenza che riguarda l'Italia. Sulla base di un'analisi approfondita del dato normativo e giurisprudenziale, la ricerca è finalizzata ad individuare i punti di criticità e le lacune dell’ordinamento italiano ma, al tempo stesso, a verificare i follow-up, in senso legislativo, giurisdizionale e amministrativo, della giurisprudenza della Corte.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | DI STASI Angela | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.965,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Proroga | 20 settembre 2019 | |
Gruppo di Ricerca | DI STASI Angela (Coordinatore Progetto) BUONOMENNA Francesco (Ricercatore) CAPOZZOLO MICHELA (Ricercatore) CECI GIUSEPPINA (Ricercatore) FANCIULLO DANIELA (Ricercatore) IERMANO ANNA (Ricercatore) MARTONE ANGELA (Ricercatore) NEGRI Stefania (Ricercatore) PACIA Carmelina Maria (Ricercatore) PALLADINO Rossana (Ricercatore) PETRONE Giovanni (Ricercatore) PRINCIPE Angelina (Ricercatore) TEVERE VALERIA (Ricercatore) VOLPE Vincenzo (Ricercatore) |