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LUCRET. 4, 1030-1287: TESTO, TRADUZIONE E COMMENTARIO
Da quanto esposto alla voce 'Base di partenza scientifica' si evince come il luogo del de rerum natura preso in esame sia un testo soltanto in apparenza commentato diffusamente, stante la necessità di ripensare ab imis buona parte del lavoro esegetico accumulatosi prima della fioritura di studi degli ultimi trent’anni, di cui si è dato in quella sede cursoriamente conto. Nello specifico di questo progetto, si è ritenuta palmare l'opportunità di commentare un luogo cruciale per il suo status ideologico, che ha ricevuto cure esegetiche non certo trascurabili (Traina, Brown, Landolfi), ma che oggi merita di essere ristudiato alla luce del rilevante approfondimento poetologico che la poetica lucreziana ha ricevuto in anni recenti. Non mette conto qui passare in rassegna i motivi che permeano il segmento in questione, quanto, piuttosto, provare a esporre alcune linee-guida - una sorta di ‘ideologia del commento' - . Innanzitutto, mi piace rilevare come un lavoro di questo tipo si inserisca docilmente in una tradizione di studi - quella, appunto, di tipo spiccatamente filologico esegetico - che che da molti anni conferisce lustro al Dipartimento cui afferisco. Nello specifico, poi, ritengo scientificamente rilevante affrontare un testo didascalico centrale e, in quel frangente, non ‘normativo'. La straordinaria complessità intertestuale del poema lucreziano, che si configura come summa della tradizione precedente senza peraltro comprometterne, come in passato la vulgata ermeneutica sosteneva, l’originalità, consente oggi, grazie all'ausilio dei database elettronici sia ‘statici' (BTL) che ‘dinamici' (www.mqdq.it), il rinvenimento di relazioni nuove e altamente funzionali con modelli e ipotesti di primo e di secondo livello; insomma, si impone una valutazione nuova della natura 'ipertestuale', ma al tempo stesso innovativa, del poema, che riservi una particolare attenzione a quelle filigrane, soprattutto plautine, satiriche, contemporanee attraverso le quali Lucrezio risemantizza il modello filosofico di Epicuro, ponendosi con esso in un rapporto di aemulatio più che di imitatio e obbligando l'interprete ad indagini complesse.Commentare Lucrezio oggi significa anche giovarsi di apporti ecdotici importanti, sebbene non dirimenti (come ad esempio l'edizione Flores), che impongono e favoriscono una riconsiderazione di numerose questioni relative alla costituzione del testo. Un aspetto che ritengo fondamentale è riservare attenzione costante alla storia della critica e dell'esegesi, a partire dai suoi primordi: si tratta, cioé, anche di rinvenire, ove possibile, tracce di esegesi dimenticata o confluita in commentari più tardi, che hanno obliterato la genesi, anche storico-culturale, di determinate opzioni ermeneutiche. Si prevede, inoltre, l'allestimento di una introduzione ampia e circostanziata, suddivisa in un numero di paragrafi corrispondente alle macrosequenze individuate nella pericope, al fine di collocarvi la trattazione delle questioni di respiro più ampio, lasciando ai singoli lemmi la discussione di questioni testuali, esegetiche, linguistiche, metriche, antiquarie. Un obiettivo, infine, non secondario (in un certo senso, un test di attendibilità critica e di originalità scientifica) sarà quello di suscitare discorsi critici ulteriori, destinati ad essere sviluppati in forme di scrittura 'altri' dal commentario (articoli, note di lettura), in un'ottica che, con feconda formulazione, è stata definita di ‘perpetuo moto di avvicinamento e di allontanamento' dal testo.
Struttura | Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM | |
Responsabile | ARIEMMA Enrico Maria | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 400,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | ARIEMMA Enrico Maria (Coordinatore Progetto) ESPOSITO Paolo (Ricercatore) LANZARONE Nicola (Ricercatore) |