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TEOLOGIA GIURIDICA COME CRISI DEL "GIURIDICO": ETICIZZAZIONE, SPOLITICIZZAZIONE E NEOLIBERALISMO

Teologia politica significa origine politica, e non etico-sacrale, del diritto: il fondamento della “messa in forma” giuridica del “politico” (cioè dell’ostilità caotica e del potere disordinante dei singoli) non è il diritto medesimo, ma qualcosa che lo eccede. Questa “eccedenza” può essere colta solo dalla teologia politica (moderna). L’idea che soggetti, libertà e diritti si diano immediatamente, quasi naturalmente, e che il diritto si sostenga da sé, scaturendo dalla socialità profonda dell’umano, scartando conflitti e asimmetrie di potere, fa parte di un senso comune liberale e illuminista che il pensiero del “politico” ha messo in questione. Questa linea più complessa e sfidante deve essere valorizzata non in nome di un nostalgico rifugio nella tradizione, ma piuttosto in vista di una comprensione adeguata del “rovescio” della ragione politica moderna, della “potenza del negativo” che la attraversa e ancora si riverbera nel suo tramonto che non passa. Il progetto si muove su questo crinale, assumendo da un lato la critica all’autocomprensione liberale individualista e contrattualista, ma dall’altro mantenendo un punto di vista interno al volontarismo e all’artificialismo moderni. Con l’obiettivo di fare i conti con quei bisogni identitari e quella rinnovata eccedenza del simbolico, che si presenta oggi nelle varie declinazioni del discorso “populista”, così come nella ripubblicizzazione della religione. A ben vedere, più che un modello dualistico (teologia politica e teologia economica) oggi prevale una struttura tripartita del teologico-politico: teologia del ”politico” in senso stretto (fantasmi dell’eccezione e della guerra), teologia economica (che costituisce il senso comune diffuso, nonostante la crisi), teologia giuridico-umanitaria. Il fatto che il paradigma appropriativo-competitivo dominante venga coperto e sovraccaricato "moralmente" attraverso l'ideologia dell'internazionalismo liberal e dei diritti morali/naturali originari (la “religione dei diritti umani”) non solo conferma come il bisogno di sacro si riproponga, anche strumentalmente, ma che il deficit di eccedenza politica diretta (ad esempio di sovranità democratica) viene compensato da un'eccedenza morale che cattura anche il giuridico, determinando un vero e proprio corto-circuito tra sacralizzazione dell’economico ed eticizzazione delle norme (la cui natura strumentale è evidente nelle relazioni internazionali). Un dispositivo che mira a produrre consenso retoricamente ma non fa ordine, né rammenda i legami comunitari. La mia ipotesi è che la saldatura di un diritto sempre meno preoccupato dell’effettività e della certezza con la morale neoliberale sia non solo il segno di una generale crisi del “giuridico”, ma allo stesso tempo il tentativo, disperato e fallimentare, di individuare una sfera legale eticamente immunizzata, che compensi la perdita di auctoritas delle istituzioni e l’inaridimento della sfera pubblica. Il diritto slitta sempre più in sacralizzazione morale, volta a esibire simbolicamente ambiti resi intoccabili, in ordinamenti sempre più laicizzati, per rispondere al bisogno di vittime, testimoni e storie esemplari in cui identificarsi, tipico delle soggettivazioni neoliberali. Ciò non significa che acquisisca più autorevolezza e forza, ma che si presta a usi confusi e strumentali. Insomma la teologia giuridico-morale sembra funzionale a coprire di veste “normativa” l’agenda dettata dai poteri “indiretti” della globalizzazione. Il suo presunto universalismo a bassa intensità politica si rivela profondamente asimmmetrico. In questo contesto, la funzione simbolica del linguaggio dei diritti, che rappresenta in effetti una delle poche fonti sorgive di mobilitazione possibile per i soggetti dissidenti, può essere sottratta alla strumentalizzazione neoliberale solo se ripoliticizzata in chiave di costituzionalismo polemico, sottraendola alla giuridificazione dell’etica.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.993,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaPRETEROSSI Geminello (Coordinatore Progetto)
ANNICCHIARICO MICHELE (Ricercatore)
BISOGNI Giovanni (Ricercatore)
CASCONE NUNZIA (Ricercatore)
CAVALIERE Anna (Ricercatore)
CICCONE BIAGIO (Ricercatore)
D'ALESSIO FRANCESCO MARIA (Ricercatore)
D'AMBROSIO ESTHER GRAZIA (Ricercatore)
GALZERANO LOREDANA (Ricercatore)
GENOVESE ANTONIO (Ricercatore)
GIORDANO Valeria (Ricercatore)
IOVINO LUIGI (Ricercatore)
LAURIA VITTORIO DOMENICO (Ricercatore)
LUCE Sandro (Ricercatore)
MANCUSO Francesco (Ricercatore)
PALLADINO MARYSTELLA (Ricercatore)
PECORA CARLOTTA (Ricercatore)
PELUSO VINCENZO (Ricercatore)
PIETROPAOLI Stefano (Ricercatore)
RUSSILLO MARTA (Ricercatore)
SANSEVERINO ALESSANDRA (Ricercatore)
TUCCI Antonio (Ricercatore)