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LA TUTELA DEL RISPARMIO

La ricerca, ripercorrendo l' evoluzione storica in materia di tutela del risparmio, a partire dal r.d.6 novembre 1926, n. 1830, analizza gli interventi normativi alla luce delle vicende che ne hanno costituto il presupposto sia in sede nazionale che nel contesto dell' Unione bancaria europea. Da un' indagine del Fondo interbancario di tutela dei depositi, relativa al periodo 2007 - 2013, emerge che l' Italia, seguita dalla Francia, sono stati i Paesi dove il ricorso agli aiuti di Stato é stato minore : l' Italia per un ammontare di 4.071 milioni di euro e la Francia per 2,654, a fronte in primis della Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Spagna che hanno impiegato rispettivamente 247,465,133, 585 e 56.008 milioni di E., nell' intento di riassettare il sistema, prevenendo la crisi di sfiducia collettiva.La crisi delle banche italiane si annidava da tempo : gli interventi di ricapitalizzazione nella misura di circa E.31 miliardi, imposti dal nuovo quadro normativo rappresentato da un sistema di vigilanza unica per il settore bancario insieme con la revisione ed il rafforzamento dei sistemi di controllo con un alto indice dei costi di gestione, costituiscono misure che, in un' ottica di medio e lungo periodo, potranno essere risolutive ma che in una logica di breve periodo, hanno aggravato il quadro di incertezza e di instabilità, incidendo fortemente sul bene fiducia su cui si fonda la tutela del risparmio. Di quì l' esigenza di monitorare la normativa in vigore in una logica di accountability rispetto all'attuazione dell' art. 47 Cost., primo e secondo comma. Questa prospettiva evidenzia spunti innovativi ed originali, attesa la consapevolezza evidenziata di recente, di valorizzare la tutela costituzionale del credito, per aprire una nuova fase nel Paese, recuperando la nozione di attività di raccolta del risparmio e di erogazione del credito come funzione di interesse pubblico.