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I PRINCIPI DEL DIRITTO CRIMINALE ROMANO
Nel corso del nuovo triennio, la ricerca sarà incentrata su due filoni di indagine principali, tra loro collegati.In primo luogo, si esaminerà un caso di carcerazione preventiva nel corso di un processo che si sarebbe dovuto svolgere dinanzi a un quaestio perpetua.A partire da Mommsen, una parte degli studiosi ha ritenuto che il sistema processuale delle quaestiones perpetuae non ammettesse la possibilità di ordinare l’imprigionamento dell’imputato nelle more del processo, salvo che in casi del tutto eccezionali. E questa in effetti è la tesi oggi maggiormente condivisa: la ductio in publica vincula restò uno strumento al quale era possibile ricorrere per ragioni legate alla particolare gravità della reato o alla delicatezza della situazione. L'intento della ricerca è quello di approfondire il tema dei presupposti legali o consuetudinari che legittimavano il ricorso alla carcerazione preventiva nei processi istaurati dinanzi alle quaestiones perpetuae. A tal fine, sarà esaminato il caso di Lucio Vettio, che possiamo ricostruire sulla base delle seguenti fonti: Cic. ad Att. 2.24.3-4; Cic. in Vat. 24-26; Suet. Iul. 20.4; Plut. Luc. 42; Appian. Bell. Civ. 2.12; Cass. Dio 38.9; Schol. Bob. 139 (St.). La vicenda di Vettio ruota attorno alla sua confessione, la quale costituì probabilmente il presupposto necessario e sufficiente affinché egli potesse essere legittimamente trattenuto in carcere in attesa del processo. Il secondo ambito di ricerca è costituito dall'impiego dei monasteri come luoghi di detenzione dei laici rei di taluni crimini. Si prenderà in particolar modo in considerazione la Nov. 134.10, che stabilisce una particolare sanzione per l'adultera: la reclusione a vita in monastero, a meno che entro due anni il marito non la perdoni. La novella è stata già oggetto di esame in letteratura, ma la prospettiva che si intende adottare è quella della rilevanza giuridica del perdono sia ai fini della legittimazione all'accusa di adulterio, sia ai fini della definizione della pena. Al tempo stesso saranno evidenziati gli elementi di similitudine o di distanza tra la reclusione in monastero e altre forme di privazione della libertà di un condannato, anche alla luce della dottrina cristiana del perdono e della finalità emendatrice della pena.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | SCOGNAMIGLIO Margherita | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.424,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | SCOGNAMIGLIO Margherita (Coordinatore Progetto) BOTTIGLIERI Anna (Ricercatore) CRESCENZO GIUSEPPE (Ricercatore) DE CRISTOFARO CARLO (Ricercatore) DURANTE GIULIO (Ricercatore) PASQUINO PAOLA (Ricercatore) SOLIDORO Laura (Ricercatore) |