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LA COSTRUZIONE DEL CONSENSO ATTRAVERSO L'INFORMAZIONE

Analizzare la costruzione del consenso popolare operata dalla stampa con il paradigma gramsciano presenta un forte tasso di originalità e innovazione perché esso rappresenta a tutti gli effetti una teoria dei media all’altezza delle nostra contemporaneità. Il rivoluzionario sardo, attraverso la stampa, arriva a definire il ruolo dei media in una società a capitalismo avanzato come quella italiana degli anni Venti e Trenta del Novecento che aveva trovato nel fascismo la risposta politica più moderna per risolvere a vantaggio delle classi dominanti la crisi strutturale del sistema produttivo.Dire teoria dei media, quindi, vuol dire una cosa precisa: definire, attraverso il funzionamento specifico del giornalismo, l’organizzazione generale di una società nella quale la conquista del potere politico si lega a quella di un consenso popolare ottenuto attraverso la costruzione di immagini e di interpretazioni del mondo sociale a cui partecipano attivamente gli apparati dell’informazione. Da ciò deriva una conseguenza fondamentale: il nesso imprescindibile tra partiti e media che determina l’inedita collocazione dell’informazione all’interno degli scenari conflittuali delle lotte per il potere. Così, mentre le note tecniche sull’organizzazione professionale del giornalismo – dalla strutturazione delle riunioni di redazione fino alla composizione di rubriche, recensioni, titoli e rassegne stampa, dalla formazione di figure professionali (redattore, capocronista e corrispondente dagli esteri) fino alla creazione di scuole specializzate (ricordiamo che Gramsci progettava di raccogliere questa tipologia di note in un “Manuale di tecnica giornalistica”) – restituiscono il funzionamento materiale di un apparato di comunicazione, quelle sull’opinione pubblica, sull’ideologia della classe dominante, sulla concezione napoleonica della stampa, sulla complementarità dell’organizzazione aziendalistica della comunicazione a quella statale, sulla distribuzione geografica delle testate e sulla loro relativa vicinanza agli interessi partitici, si fanno carico di connettere i risultati di quelle tecniche all’analisi delle dinamiche del potere politico. Su questa teoria si saranno pure potuti abbattere cento anni di sviluppo culturale e tecnologico del giornalismo, fino alla sua attuale configurazione digitale, come del resto si è abbattuta su di essa la fine del comunismo con la corrispondente ascesa di un neoliberismo che sembra aver imparato da questa teoria molto più di quanto non abbiano saputo fare le forze che ad esso si dovevano opporre – impossibile non pensare a tale riguardo al destino antitetico di Mediaset e de “l’Unità”, una sorta di simbolo dell’intero processo storico che ha riguardato gli ultimi trent’anni della vita pubblica italiana – ebbene, nonostante queste catastrofi, la teoria dei media gramsciana (analisi specifica di un medium ricondotta all’organizzazione generale di una società) si presenta come una sorta di fotogramma di una struttura invariante colta sub specie æternitatis.

StrutturaDipartimento di Studi Politici e Sociali/DISPS
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.777,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaDENUNZIO Fabrizio (Coordinatore Progetto)