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PLURALISMO ED ISTITUZIONI SOCIALI

Per pluralismo possiamo intendere due cose molto diverse. Da un lato, il pluralismo si rivolge alla compresenza, all'interno della stessa società, di fottine, valori e visioni del mondo diverse ed incompatibili tra di loro e si associa in generale al liberalismo. Secondo i liberali, infatti, il pluralismo è un fenomeno interno ad ogni società che raggiunga un certo grado di complessità che può essere evitato solo con un uso oppressivo della forza. Ma, da un altro lato, il pluralismo può non rivolgersi alla coesistenza di individui ciascuno dei quali sostiene la sua dottrina o visione del mondo, ma all'esistenza di molte differenti società, ciascuna con un suo specifico sistema di valori. La differenza non potrebbe essere più profonda. Infatti, mentre nel quadro liberale, ogni società è pluralista nella misura in cui è giusta, quango il pluralismo è concept come il prodotto dei valori incorporati nella cultura della società, ogni società al suo interno sarà essenzialmente non liberale, condividendo, gli individui che le appartengono, i valori morali incorporati nelle sue istituzioni e pratiche sociali. La società, così vista, è quello che Rawls definisce una comunità, dove nessuna distinzione può essere tracciata fra le diverse visioni del mondo individuali e la concezione politica. La concezione politica è una visione del mondo, condividere la quale è ciò che appartenere a una società significa. Per i liberali questa è una concezione implausibile della società. Essa implica guardare alla società come una unità organica che, ad un certo livello di complessità, può essere ottenuto solo in modo oppressivo. I pluralisti (nel senso istituzionale qui assunto), tuttavia, rigettano questa accusa e accusano a loro volta i liberali di parodiare la loro posizione. Secondo i pluralisti, i liberali erroneamente imputano loro di assumere una irrealistica uniformità sociale che, di fatto, loro non sottoscrivono. Il pluralismo, sostengono, né assume né richiede di vedere la società come un monolite o un blocco. E' solo ideologia liberale supporre che qualunque società non-liberale debba essere intesa o come un aggregato semplice o primordiale o come una struttura oppressiva. Non solo condividere una cultura non ha niente a che fare con l'oppressione, ma è perfettamente compatibile una certo grado di disaccordo, dispute, cambiamento sociale e persistenti differenze negli stili di vita. Il punto che sollevano, sostengono, è molto più profondo. E' questo punto più profondo quello a cui siamo interessati. A dispetto del disaccordo fra di loro, queste due concezioni condividono tuttavia il rigetto dell'utilitarismo, sia come teoria morale, sia come tesi sulla natura delle istituzioni sociali. E' muovendo da questo elemento in comune che la ricerca cerca di illustrare non solo a quale livello teorico esattamente si pone la disputa fra liberali e pluralisti, ma sostiene che, contrariamente a quello solitamente si pensa, il liberalismo è in grado di dare conto tanto quanto il pluralismo della dimensione istituzionale, senza tuttavia avere le implicazioni negative e controintuitive del pluralismo.

StrutturaDipartimento di Studi Politici e Sociali/DISPS
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.194,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaSALVATORE Ingrid (Coordinatore Progetto)