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IL DIRITTO ECCLESIASTICO NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA TRA LIBERTÀ RELIGIOSA E DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA E DEL LIBERO MERCATO
La Corte di Giustizia di Lussemburgo ha progressivamente assunto tra i suoi compiti effettivi quello di giudicare della congruità dell'ordinamento comunitario rispetto alla tutela dei diritti umani e della libertà personali (con questi termini, C. Cardia). Nel contempo, il quadro istituzionale entro il quale la Corte opera è sempre più lontano da quell'atteggiamento di rigoroso self restraint nei confronti dei diritti ecclesiastici nazionali (e, più in generale, della religione e delle sue manifestazioni civili) che ha almeno apparentemente caratterizzato il processo di integrazione europea per larga parte della sua vicenda storica. In questo contesto, non sorprende quindi il fatto che la decisioni della Corte vadano sempre più assumendo un chiaro e diretto interesse per lo studioso della regolamentazione giuridica del fenomeno religioso: così è, ad esempio, per la decisione della Corte sul caso italiano dell'ICI/IMU e per le due recentissime decisioni in tema di porto del velo sul luogo di lavoro. A rafforzare questa nuova propensione della Corte ad interferire sul tema dei diritti e degli interessi religiosi interviene poi il rafforzarsi del nesso che lega l'assetto della disciplina del fenomeno religioso e le relazioni economiche che si instaurano tra lo Stato (e le istituzioni pubbliche), da un lato, e Chiese e confessioni/gruppi religiosi (nonché gli enti che ad essi si rifanno) dall’altro. E’ infatti questa relazione economica, nella varietà delle specifiche forme di manifestazione che di volta in volta vengono in rilievo, a fungere da terreno di rilevazione e verifica del grado di consolidamento raggiunto e della direzione di senso concretamente assunta da quella regolamentazione e, più ampiamente, dalle relazioni ecclesiasticistiche. Ed a fungere altresì da possibile strumento di riallineamento di entrambe ai principi di eguaglianza e non discriminazione e, quindi, di laicità. Invero, attraverso il valore uniformante dei principi della libera concorrenza e del libero mercato possono alimentarsi dinamiche di potenziale riequilibrio del quadro di specialità tracciato dalla legislazione nazionale appannaggio di gruppi e confessioni religiose e, più in particolare, di enti ed istituzioni che fanno capo a queste ultime. L'interesse specifico della ricerca - e quindi la sua connotazione originale e innovativa - ha, nell'essenza, riguardo proprio ai nessi ed alle relazioni appena evocate, dei quali intende cogliere ed analizzare le ricadute, di principio, dogmatico-ricostruttive e pratico-applicative. La ricerca è quindi destinata a svolgersi secondo una triplice progressione investigativa. La prima fase è deputata alla rilevazione ed alla analisi di quelle decisioni della Corte che manifestano una, più o meno diretta, rilevanza ecclesiasticistica, decisioni che verranno assunte ad una più ampia visione d'insieme, idonea ad evidenziare, di quella giurisprudenza, andamento evolutivo ed emergenti prospettive di sviluppo. In una fase successiva, le decisioni indagate verranno collocate nel più ampio scenario dell'integrazione istituzionale. Ciò al fine precipuo di evidenziare e approfondire nessi ed interrelazioni tra ruolo della Corte, processi di integrazione europea e diritti ecclesiastici nazionali. Gli esiti di tale indagine sono, in tutta evidenza, suscettibili di costituire un primo punto d'arrivo della ricerca, che tuttavia non potrà dirsi esaurita con queste evidenze. In effetti, su queste basi, nella parte ultimativa della ricerca a venire in rilievo saranno proprio le relazioni tra libertà religiosa e relazioni economiche ed il potenziale impatto ecclesiasticistico dei principi di tutela della concorrenza e del libero mercato. Di qui, l'orientamento della fase ultimativa della ricerca, che sarà appunto dedicata alla rilevazione ed alla valutazione critica di questi profili problematici, da inquadrare in un adeguato quadro sistematico e dogmatico-ricostruttivo.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | ELEFANTE Carmela | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 748,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | ELEFANTE Carmela (Coordinatore Progetto) D'ANGELO Giuseppe (Ricercatore) FAUCEGLIA Giuseppe (Ricercatore) GALIANO MARIANGELA (Ricercatore) MENICUCCI Mauro (Ricercatore) MURINO Filippo (Ricercatore) |