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"THE PASSION OF PATERNITY": STORIE DI PADRI E DI FIGLIE IN CONRAD E SHAKESPEARE
Nelle pagine introduttive di "The Anatomy of Criticism" Northrop Frye individua nella coesistenza di ironia e mito il tratto caratteristico di gran parte della narrativa moderna. Il depotenziamento ironico delle tradizionali istanze narrative e il contestuale riaffiorare di modelli mitico-archetipici costituirebbero dunque la marca distintiva di molti romanzi modernisti. A partire dall’ormai classico studio di Albert Guerard "Conrad the Novelist" (1958), tale prospettiva interpretativa si mostra particolarmente feconda se utilizzata in riferimento alla scrittura conradiana, all’interno della quale modalità mimetico-realistica e istanza mitico-archetipica convivono e si intrecciano in narrazioni dalle risonanze simboliche universali.Muovendo da queste premesse l’idea del progetto che qui si presenta scaturisce dal desiderio di indagare la relazione padre-figlia come paradigma archetipico fondamentale, vero e proprio nucleo generatore di una parte cospicua della produzione narrativa di Joseph Conrad. Una prima disamina del macrotesto conradiano evidenzia come tale motivo funga da vero e proprio fil rouge che attraversa l’intera produzione dello scrittore anglo-polacco, dalla sua opera di esordio, "Almayer’s Folly" ai racconti “A Smile of Fortune” e “Freya of the Seven Islands”, dalla novella "The End of the Tether" a "Chance", il romanzo che lo consacrò come autore di successo. Seppure a più riprese sottolineata dalla critica conradiana (si veda, ad esempio la recentissima introduzione di Giuseppe Sertoli alla raccolta "Fra terra e mare", Einaudi, 2017), la persistenza di tale motivo non è ancora stata oggetto di uno studio sistematico, un dato sorprendente, considerata anche l’enorme ricchezza del corpus critico conradiano. Non solo, una prima disamina dei testi ha messo in evidenza quanto l’indagine di un tale paradigma archetipico non possa prescindere dalla adozione di una dimensione intertestuale dal momento che, considerata in questa prospettiva, la scrittura di Conrad, come osserva Jennifer Turner, “forms part of a longer tradition investigating the natural and fitting boundaries of the father-daughter relationship”, una tradizione che ha nei plays shakespeariani, e in particolare nei romances, un ineludibile riferimento, come dimostrano anche gli innumerevoli echi dei drammi di Shakespeare presenti nei testi conradiani.Alla luce di una tale considerazione va letta allora la scelta di articolare il progetto in due parti distinte ma interrelate. La prima, affidata alla cura di Marina Lops, sarà dedicata all’indagine delle modalità attraverso cui la relazione padre-figlia si impone come una delle costanti tematiche più significative della scrittura conradiana. Ci si interrogherà sulle ragioni di una tale scelta utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla critica tematica, dalla riflessione psicoanalitica, dalla critica mitico-archetipica.Paolo Pepe dedicherà invece il proprio lavoro di ricerca allo studio dell’opera shakespeariana, in particolare ai romances. Se la relazione parentale padre-figlia/e costituisce il nucleo drammaturgico intorno a cui ruota la vicenda del King Lear, sarà nei romances che Shakespeare farà di questo paradigma l’asse portante dell’intero dramma, a partire dal primo di essi, "Pericles", in cui il motivo parentale verrà codificato secondo un modello che sarà ripreso e variamente declinato nei drammi successivi, fino a "The Tempest".
Struttura | Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM | |
Responsabile | LOPS Marina | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.500,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | LOPS Marina (Coordinatore Progetto) |