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LA LINGUA ITALIANA DEL DIRITTO

La ricerca si concentrerà su tre segmenti cruciali della storia linguistica del diritto in Italia:1) XVII sec.: lo studio del Dottor volgare ovvero compendio di tutta la legge civile, canonica, feudale e municipale (Roma, Corvo, 1673) di Giovan Battista De Luca, una summa legislativa in volgare e opera di divulgazione. Con la scelta militante in favore del volgare il Dottor volgare si rivolge non tanto ai professionisti del foro, quanto soprattutto all’ampia fascia intermedia, costituita da pubblici funzionari e operatori della pubblica amministrazione. Nella fondazione e stabilizzazione di un lessico giuridico volgare l’opera di De Luca ha avuto un ruolo cruciale, come dimostra il fatto che nei repertori lessicografici la prima attestazione di molti termini giuridici e amministrativi coincide spesso con il 1673 (qualche esempio: collusivo, captatorio, cumulativo, imputabile, impugnabile, moratorio, patrocinatore, peculato, pregiudizialità, successorio; il Dottor volgare sarà non a caso tra le fonti più citate nel Dizionario storico amministrativo di Giulio Rezasco del 1881). 2) 1861-1950: lo studio di molti documenti giuridici (e amministrativi) prodotti dal 1861 al secondo dopoguerra, ancora inediti, consentirà di illustrare meglio il processo di standardizzazione dell’italiano così come la storia di molto lessico giuridico-burocratico (come si può già desumere dalle ricerche di Enrica Atzori per Milano e di Matteo Viale per il Veneto). Dopo l’Unità la lingua degli usi pubblici e istituzionali (degli uffici e delle leggi in primis) ha svolto un ruolo modelizzante e unificante, oscillando tra una direzione “manzoniana”, intesa nei suoi tratti comuni e italiani nelle strutture fono-morfologiche, e una direzione “antimanzoniana”, tipicamente giuridico-burocratica nelle strutture sintattiche e testuali.3) XXI secolo: esplorazione del cosiddetto “diritto dal basso” (etichetta già presentata in Lubello 2017), cioè di documenti rientranti nell’àmbito giuridico-amministrativo prodotti per mano di scriventi non addetti ai lavori (lettere di supplica, lasciti, semplici dichiarazioni, lettere alle autorità pubbliche, petizioni, testamenti olografi, testimonianze riportate, richieste di raccomandazione). L’attenzione si concentrerà sui testamenti olografi novecenteschi di area campana (in particolare avellinese), in cui è facilmente individuabile come costante la tensione continua nella scrittura tra la (s)grammatica tipica, che inclina facilmente ad andamenti colloquiali, parlati e fortemente espressivi, e il modello (o registro) giuridico, vago o preciso, che il testatore ha in mente come progetto testuale e che intende perseguire facendo ricorso a un repertorio di formule giuridiche fisse, quelle per es. che scandiscono apertura e chiusura del testamento, e di stilemi e moduli sintattici percepiti come distintivi di una norma alta. Il testamento olografo è un testo non intrinsecamente giuridico, ma trattato giuridicamente: è sui generis, perché prodotto non da un professionista del diritto e rappresenta la forma più semplice e più riservata dell’espressione delle proprie volontà, una sorta di lettera pubblica anche se postrema, in cui lo scrivente adotta esplicitamente il registro più legale (o meglio quello che ritiene tale, certamente distinto dal registro basso e referenziale) e accondiscende al massimo di formalità possibile, perché si accinge a scrivere un documento ufficiale, pubblico. Si analizzerà l’unica raccolta di testamenti olografi disponibile per il sud, del 1992, curata da un archivista, Salvatore De Matteis, e comprendente 48 testamenti olografi di area campana (il corpus oscilla tra il 1939 e il 1987; i luoghi, almeno quelli riportati e non omessi dal curatore, riconducono all’Irpinia, con propaggini verso le province di Napoli e di Salerno; 6 dei 48 pezzi sono di donne; un gruppo di 4 testamenti, degli anni 1944-51, è costituito da lettere scritte da lontano in contesto migratorio).

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.800,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaLUBELLO Sergio (Coordinatore Progetto)