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GENERE E PROFESSIONI. CONTESTI LINGUAGGI RAPPRESENTAZIONI DAL XIV SECOLO AL PRESENTE

Si intende indagare il rapporto tra Genere e Professioni partendo da quelle che ancora conservano, nel senso comune, elementi di passate distinzioni tra professioni considerate, nell'ottica dei ruoli di genere, esclusivamente "maschili" e professioni, al contrario, adatte in modo particolare alle donne. Quali professioni sono state percepite (e da quando) come 'femminili'? e quali (e da quando) sono state percepite come 'maschili'? In che modo, attraverso quali percorsi, si è giunti alla "femminilizzazione" di determinate professioni? Qual è stato il rapporto tra trasformazione dei costumi e della mentalità e interventi legislativi? Quando è nato il concetto di "casalinga"? Come può essere definito il rapporto storico donne/lavoro? Quale è stato, inoltre, il ruolo delle donne nelle vicende economiche italiane tra Medioevo ed età contemporanea? Al di fuori della contrapposizione tra lavoro produttivo e riproduttivo, la presenza femminile nel mondo del lavoro è stata una presenza costante nella loro vita. È opinione diffusa, tuttavia, che la storia del rapporto donne e lavoro sia il frutto di un lungo cammino che le ha portate da un vissuto quotidiano chiuso all’interno della casa, dove curavano le «faccende domestiche», verso l’«emancipazione», che le ha portate nel mondo del lavoro. Sappiamo che non è così. Esemplare è la condizione di «casalinga», che è propria del ceto medio urbano del secondo Ottocento. Si intende, pertanto, superare la fase della semplice ricostruzione della presenza femminile nel mondo del lavoro, ponendo l’accento sulle modalità e i valori di quella presenza, rendendo visibili le gerarchie di genere e provando a ricostruire un quadro dei tempi del lavoro e di quelli della domesticità molto più complesso e articolato di come veniva tracciato fino a qualche decennio fa. Si tratta di addentrarsi non tanto sui dati oggettivi, ma su quelli in grado di trasmettere la percezione nel sentire comune della presenza femminile nel mondo del lavoro in particolare, in quello delle professioni. Su alcune professioni, come quella della levatrice, si sa molto. Assai poco si sa, invece, di professioni tipicamente maschili. Al di là delle statistiche, facilmente reperibili, sulla diffusione delle donne magistrato o ingegnere, c’è da chiedersi come e quando nella comune considerazione sia apparso naturale che, per esempio, una Corte di Giustizia fosse presieduta da una donna. Questi temi ci rimandano a un altro argomento, quello dell’emancipazione femminile dovuta al lavoro, in modo particolare all'interno di professioni che richiedono un alto livello culturale e sono oggetto di particolare considerazione sociale. Si tratta di affrontare temi che, per loro natura, richiedono varie competenze: da quelle antropologiche a quelle giuridiche a quelle mediche. Come sempre, al di là delle discussioni generali, la ricerca trova maggior senso e profondità quando è calata in specifiche realtà, nel nostro caso il Mezzogiorno. Individuare il discorso delle culture femminili nella storia del lavoro nel Mezzogiorno consente di arricchire, con l’osservazione di analogie e differenze, i criteri di valutazione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il rapporto presente/passato fa, infatti, emergere il mutamento e le persistenze che, permettendo di superare una visione schematicamente evoluzionista, aiutano a capire meglio come indirizzare scelte politiche e strumenti di intervento. Accanto alle fonti proprie di ciascuna disciplina la ricerca intende scavare nella letteratura, nelle memorie, nell’iconografia e, infine, in tutti i generi degli audiovisivi. Per esempio, non è da oggi che le donne occupano ruoli significativi nell'ambito dell'ingegneria industriale e dell'informatica, o nelle professioni di alto contenuto tecnologico. Ma da quando esse sono apparse in questi ruoli nei romanzi o nei film o nelle fiction? Probabilmente il filo ci conduce a tempi piuttosto recenti.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo7.684,24 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaMALANDRINO Ornella (Coordinatore Progetto)
AZZARA Claudio (Ricercatore)
BARRA Francesco (Ricercatore)
CHIRICO Irene (Ricercatore)
CLARIZIA Laura (Ricercatore)
D'AMBROSIO Francesca Romana (Ricercatore)
DE MARCO Iolanda (Ricercatore)
GALLUCCI Carmen (Ricercatore)
GAROFALO Maria Rosaria (Ricercatore)
GIULIO Rosa (Ricercatore)
GRILLO Rosa Maria (Ricercatore)
IVONE Vitulia (Ricercatore)
MANGONE Emiliana (Ricercatore)
MESSINA Barbara (Ricercatore)
MONTANILE Filomena (Ricercatore)
PELIZZARI Maria Rosaria (Ricercatore)
TRUDA Giovanna (Ricercatore)