Progetti Finanziati

Ricerca Progetti Finanziati

LA TECNICA DELLA TRASCRIZIONE NELLE LETTRES FAMILIÈRES DI DE BROSSES

La tecnica della trascrizione, non sempre evidente nella scrittura debrossiana, ricopre un ruolo tutt’altro che trascurabile tanto da indurre a ricercare ulteriormente in questa direzione nella comprensione dei numerosissimi dati che le sue lettere romane offrono e presentano. Non sempre de Brosses ha verificato di persona ciò che scrive. Accade che si “fidi” di altri autori, di amici, di manuali letti e studiati prima e durante il soggiorno romano. La tecnica della trascrizione è, però, genere ed espediente molto frequentato all’epoca tanto che altri viaggiatori illustri la utilizzano e vi fanno ricorso continuo soprattutto per colmare lacune o spiegare assenze e distrazioni del viaggiatore nei riguardi di monumenti e consuetudini, opere pittoriche e costumi, eventi politici e considerazioni sul clero. Per tale motivo la ricerca si propone di indagare comparativamente forme di trascrizioni di altri viaggiatori coevi di de Brosses al fine di comprendere le ragioni del ricorso alla tecnica e i risultati tutt’altro che omogenei cui pervengono.Charles de Brosses ritiene che la città di Roma sia “senza paragone con qualunque altra”. Tale presupposto predispone a una lettura meticolosa delle lettere romane del Président dal momento che rappresentano un unicum nell’itinerario percorso. L’analisi delle scritti debrossiani sulla città eterna evidenziano le peculiarità della politica e del clero emerse da un'attenta lettura del lessico, delle strutture impiegate da cui emerge una visione contraddittoria della città che non scalfisce affatto l'enorme fascino che essa esercita su di lui. Patria di Sallustio, autore che rappresenta il personaggio su cui indaga per gran parte della sua vita, Roma è la città della libertà per antonomasia. Le parole e le diverse costruzioni nelle Lettres esaminate vorranno individuare quanto la sua scrittura si rifaccia al genere della "trascrizione" e del riferimento costante alle fonti autorevoli per la sua epoca (prima fra tutte quella di Maximilien Misson) e quanto la penna dell'autore, come attraverso un caleidoscopio, riesca a illuminare di colori diversi aspetti noti e meno noti della città papalina. La sua ricerca costante di documentazione su Sallustio non gli impedisce di soffermarsi sull'antichità, anzi gli offre l'opportunità di esprimersi sullo stato di incuria in cui versano i monumenti che lo affascinano in maniera straordinaria. L'analisi dell'uso frequente di iperboli e di altre figure retoriche potrà far emergere intenzioni recondite dell'autore i cui giudizi sommari nascondono spesso pregiudizi o giudizi di altri autori suoi costanti punti di riferimento. Questi ultimi vengono talvolta messi in discussione dalle parole di de Brosses, altre volte vengono riportati quasi fedelmente. Critico e caustico in alcuni casi, ironico e sornione in altri, de Brosses mostra uno stile che oscilla dal documentario alla lettera confidenziale, riuscendo a creare la giusta suspense nel lettore, nella convinzione di aver ripreso e riscritto le lettere che vanno oltre l'esperienza in Italia. L'ironia è un po' il filo conduttore di tutta la sua opera salvo quando è lo scienziato a scrivere. In tal caso indirizza le lettere a personaggi esperti dell'argomento con i quali crea una sorta di dialogo, citando fonti e riferimenti scientifici appropriati. La ricerca approfondirà tali aspetti soffermandosi sul ruolo della citazione implicita ed esplicita di fonti attraverso l'analisi linguistica di brani epistolari evidenziandone le differenze tra le varie stesure curate dal Président e, per quanto riguarda i testi stampati solo postumi, dai suoi discendenti e studiosi.

StrutturaDipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.350,00 euro
Periodo20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020
Proroga20 febbraio 2021
Gruppo di RicercaPELLEGRINO Rosario (Coordinatore Progetto)
VACCARO Valeria Anna (Ricercatore)