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GLI ARTISTI IN ESILIO. IDENTITA' E CULTURE FIGURATIVE TRA EUROPA E AMERICA, 1933-1960.
Uno dei primi atti del nazismo fu la chiusura del Bauhaus. Il russo Wassily Kandinsky emigrò in Francia, lo svizzero Paul Klee in Svizzera e molti altri, come l’americano Lyonel Feininger, andarono negli Stati Uniti.L’accoglienza americana a architetti del Bauhaus come Walter Gropius, Mies van der Rohe era stata già preparata da importanti mostre che accrebbero ulteriormente la fama di questi émigrés.L’esodo di artisti francesi avvenne subito dopo la resa della Francia ai nazisti nel 1939. Nel 1941 André Breton e Fernand Léger arrivarono a New York insieme ad altri famosi artisti come l’olandese Piet Mondrian, il tedesco Max Ernst, il russo Marc Chagall. Marcel Duchamp arrivò l’anno dopo.Anche se molti artisti francesi disdegnavano la cultura americana, essi contribuirono a tradurre il modernismo europeo per i giovani artisti americani. Questo vale non solo per il gruppo degli espressionisti astratti ma anche per i protagonisti delle ricerche degli anni sessanta.L’imponente ondata di immigrazione ha avuto l’effetto di cambiare radicalmente il paesaggio artistico del ventesimo secolo favorito anche dalla collaborazione sinergica delle istituzioni artistiche che ha dato luogo ad un effetto potenziato. Si pensi al MoMA ma anche alle gallerie prestigiose come quella di Pierre Matisse (figlio di Henry) che, nel 1942, a New York ha organizzato la mostra “Artists in Exile”. Un gruppo di quattordici artisti esiliati che hanno trovato nello spazio espositivo di Matisse un’occasione per mostrarsi in gruppo. Gli artisti presenti erano, fra gli altri, Mondrian, Léger, Mirò, Ernst, Tanguy, Chagall, Breton, Masson.Cosa è rimasto della rispettiva cultura d'origine nel momento in cui questi artisti hanno cominciato a lavorare negli Stati Uniti, e cosa ha significato l' americanizzazione da un punto di vista artistico, sia in termini positivi che negativi. Lasciare i luoghi di origine equivale necessariamente ad una commercializzazione e, quindi, alla perdita dell'ispirazione più pura? O invece il confronto con una realtà governata dal mercato ha esaltato i talenti, portando gli artisti a risultati che non avrebbero mai potuto conseguire nelle rispettive terre d'origine?Chagall in esilio descriverà solo le persecuzioni, i villaggi che bruciano, mentre il Cristo crocifisso diventerà il simbolo della sofferenza umana. E, così, nelle opere dell’esilio americano, la barbarie nazista si mescola alle immagini dei pogrom russi come anche al tema del crocifisso. “Il più fantastico spettacolo del mondo”, così si espresse Fernand Léger parlando dell’America. Il periodo americano è particolarmente intenso sul piano creativo. Con la serie dei “Tuffatori” e dei “Ciclisti”, l’artista inventa il principio del “colore in fuori” grazie a cui dissocia colori e forme. Max Ernst mise a punto la tecnica dell’oscillazione. Lasciava gocciolare il colore da un contenitore, più precisamente un barattolo forato, sospeso a una lunga cordicella che faceva oscillare con ampi movimenti sopra la tela. La tecnica finì per anticipare il drip-painting di Pollock.Quando Piet Mondrian arriva New York nel 1940 decide di introdurre significative variazioni al suo linguaggio artistico. Non più linee nere ma serpentine di colore brillante, puro, giustapposto in tanti tasselli che si inseguono con un ritmo frenetico: come le luci di Manhattan.E Josef Albers e Laszlo Moholy Nagy? Chiuso il Bauhaus nel 1933 si rifugiano negli Stati Uniti. La loro esperienza è molto importante poiché si estende su due fronti: l’insegnamento in importanti istituti che formano le nuove generazioni di artisti e l’avvio di nuove fasi della loro produzione artisticaUn’accurata indagine sulla produzione artistica degli esiliati significherà far emergere una nuova linea di ricerca che non potrà più essere trascurata e che suggerirà la messa a punto di nuovi mezzi di interpretazione.
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | PASSARO Maria | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.650,00 euro | |
Periodo | 11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015 | |
Gruppo di Ricerca | PASSARO Maria (Coordinatore Progetto) |