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LA STORIOGRAFIA ARCHITETTONICA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO
Studiare la letteratura architettonica e in particolare le opere che si sono confrontate con il tema dell’analisi storica, potrebbe apparire un obiettivo troppo vasto ed ambizioso. Ma la riflessione sulle origini della nostra disciplina potrà fare luce sulle strade varie e tortuose percorse per costruire quell’identità e quella specificità che caratterizzano la storia dell’architettura oggi e la distinguono dalle altre storie artistiche o letterarie da cui riesce finalmente a prescindere ed emanciparsi. E’ solo così che si potranno mettere in luce metodologie, strategie, categorie artistiche, modelli storiografici che hanno di volta in volta contraddistinto e qualificato le diverse fasi della letteratura architettonica. I limiti spazio-temporali sono stati individuati: si tratterà di focalizzare l’attenzione sulla storiografia italiana che si dispiega nell’arco di un secolo, ovvero dalla metà dell’Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale. La ricerca ripercorre la “storia” dell’architettura attraverso le “storie”, differenti per impostazione metodologica, quadro culturale di riferimento e prospettiva del loro autore. A tal fine si intende procedere ad una puntuale disamina delle pubblicazioni più o meno conosciute (redatte da architetti, ingegneri, storici dell’arte, archeologi ecc.) inerenti alla storia generale dell’architettura, quali quella di A. Ricci, “Storia dell’architettura dal IV secolo al XVIII secolo” (1857)”, di G. Carotti “Architettura italiana di tutti i tempi” (1916), di A. Muggia, “Storia dell’architettura. Dai primordi ai giorni nostri” (1933) ecc. Per cogliere appieno le trasformazioni storiografiche, sarà necessario procedere anche allo studio di opere più specifiche (ovvero quelle che hanno affrontato temi, stili o periodi precisi e concisi): ineludibili risultano infatti le pubblicazioni di Pietro Selvatico (“Sull'architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo ai nostri giorni”, 1847), Carlo Troya (“Dell’architettura gotica”, 1857), Camillo Boito (“Architettura del Medio Evo in Italia”, 1880), Corrado Ricci (“L’architettura romanica in Italia”, 1925) ecc. Ma un approccio storico suscettibile di approfondimenti, potrebbe riscontrarsi anche nelle pubblicazioni più tecniche e maggiormente legate al mondo della costruzione: per questo motivo verranno presi in esame i volumi di Gustavo Giovannoni “(La tecnica della costruzione presso i romani”, 1925), Luigi Cattaneo (“L’arte muratoria: dettagli di costruzioni”, 1889), nonché i lavori dell’ingegnere Camillo Guerra (“Architettura tecnica “, 1935) ecc. Anche i periodici e i saggi pubblicati sulle riviste potrebbero rivelarsi forieri di inedite metodologie storiche, così come gli insegnamenti nelle Accademie o nei Politecnici. La ricerca, pur inserendosi in posizione di continuità rispetto agli studi già realizzati e partendo da comuni basi scientifiche e metodologiche, intende concentrarsi sull’esperienza italiana. Una realtà ancora poco indagata, di cui si intende individuare i momenti cruciali che hanno portato all’abbandono della cosiddetta “storia operativa” in nome di una disciplina che ha la pretesa di aver individuato strumenti, qualità e capacità autonome e che si prefigge come unico obiettivo quello della conoscenza.
Struttura | Dipartimento di Ingegneria Civile/DICIV | |
Responsabile | TALENTI Simona | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 4.181,80 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Gruppo di Ricerca | TALENTI Simona (Coordinatore Progetto) |